Il 21 Marzo si celebra la ‘Giornata Internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale’.

La data non é stata scelta a caso, la ricorrenza cade in questa giornata perché nel 1960 in Sudafrica la polizia aprì il fuoco su un gruppo di dimostranti di colore, uccidendone 69 e ferendone 180. Questo evento è ricordato, tristemente, come il massacro di Sharpeville. 

Il 2020, con le proteste di Black Lives Matter prima negli Stati Uniti e in seguito, a cascata, nel resto del mondo, è stato un anno fondamentale per quanto riguarda le lotte contro la discriminazione razziale, ma ci troviamo di fronte ancora a una lunga strada prima che la discriminazione venga finalmente abbandonata in un angolo buio della storia dell’umanità. 

Il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione sono il fondamento delle leggi sui diritti umani. In occasione di questa ricorrenza Tunué ha selezionato alcuni graphic novel per approfondire il delicato argomento.

Cuore di tenebra di Peter Kuper

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Il premio Eisner Peter Kuper adatta il romanzo di Joseph Conrad, con immagini forti, cupe ma dirette rappresentando uno sconvolgente ritratto del colonialismo in Africa. 

Un visione profonda, diversa e  concisa regalano un graphic novel imperdibile,  126 pagine fitte di tavole apparentemente stilizzate ed essenziali, ma in realtà stipate di dettagli che evidenziano la cura maniacale con cui il fumettista d’adozione newyorkese ha riportato nel dettaglio ogni momento saliente del viaggio di Marlow. Quella del fumetto è una forma d’arte molto versatile e Peter Kuper, autore assai navigato, riesce a farne un uso estremamente efficace. Un uso della matita che gli permette di mostrare con semplicità disarmante quanto il Cuore di Tenebra non risieda affatto nella natura incontaminata alle sorgenti di chissà quale corso d’acqua, ma nel petto degli uomini che si spingono fin lì. Un graphic novel duro nel quale l’orrore della discriminazione razziale si manifesta sottoforma di colpi di matita che in lettore non dimenticherà facilmente. 

Nella sua arte fumettistica, Peter Kuper combina il suo umanesimo profondamente sentito e la passione per i più deboli con un senso dell’umorismo pungente ed ironico. La sua carriera abbraccia sia il mainstream del mondo dell’editoria che i margini dell’underground dei fumetti. Il lavoro di Kuper è stato pubblicato sul New York Times, Washington Post, Rolling Stone, The Nation e The New Yorker; ha disegnato illustrazioni di copertina per Time e Newsweek; collabora regolarmente alla rivista MAD; e le sue strisce a fumetti compaiono in settimanali alternativi. 

Dragon Hoops di Gene Luen Yang

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Una storia di rivincita e di come si riesca a camminare a testa alta senza vergognarsi di se stessi in una società dove a regnare è il bell’aspetto. Un graphic novel che rientra in quella rara categoria di opere capaci di catturare testa e pancia del lettore, sempre teso tra il desiderio di finire una storia così appassionante, da un lato, e quello di desiderare che non finisca mai, dall’altro. Fumetto per metà autobiografico segue la vera storia della squadra di basket omonima della scuola superiore in cui insegna l’autore, la Bishop O’Dowd High School

La parabola del basket come sport viaggia e si salda ai temi dell’integrazione razziale, disciplina per bianchi strappata dai neri e poi divenuta patrimonio anche di cinesi e bengalesi; della parità di genere, attraverso il talento cristallino di una giovane campionessa, sorella di un atleta della compagine maschile; di riscatto sociale, grazie a uno sport praticato nel ghetto, come in tutte le periferie povere d’America; di riscatto personale per i giocatori e gli allenatori sconfitti nelle finali passate, ora parte di una comunità stretta intorno alla squadra lanciata verso un successo desiderato da tutti. Il problema della discriminazione razziale in questo graphic novel viene trattato con grande delicatezza attraverso un campo che dovrebbe unire tutti: lo sport. 

Gene Luen Yang è un docente con la passione per i fumetti.  Dopo la laurea nel 1995, Yang lavora come ingegnere informatico per due anni. Tuttavia, dopo un ritiro silenzioso di cinque giorni, sentì che doveva insegnare e lasciò il suo lavoro di ingegnere per insegnare informatica in una scuola superiore. Nel 1996, Yang iniziò ad auto pubblicare i suoi fumetti con il marchio Humble Comics. Yang ha continuato a essere pubblicato con First Second Books continuando a seguire la sua passione.  Nel 2018, è entrato a far parte del consiglio di amministrazione del Comic Book Legal Defense Fund, un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1986 istituita per proteggere i diritti del Primo Emendamento della comunità dei fumetti.

Possiamo essere tutto di Francesca Ceci e Alessia Puleo

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Per questo fumetto forte, carico di significato e con un messaggio chiaro e limpido, il punto di partenza è una semplice domanda ‘cosa rende “noi” veramente “noi”?’.
Un domanda piccola ma molto profonda e difficile se sei un adolescente. Soprattutto se sei un ragazzo o una ragazza che, a causa di pregiudizi sulla propria cultura e etnia, si trova quotidianamente ad affrontare le problematiche connesse alla discriminazione razziale
Possiamo essere tutto é la toccante storia della famiglia Fares, origini marocchine e di religione islamica. I figli della coppia vivono in un costante limbo, sul filo continuo e instabile dell’equilibrio tra le due culture, quella d’origine e quella di crescita italiana. In bilico tra la religione familiare e la libera scelta, sospese tra ciò che la società si aspetta da loro e ciò che in realtà loro sentono di essere. I giovani sono a cavallo tra una identità a metà e allo stesso tempo duplice. Attorno a loro incontrano amicizie, disparità, incomprensioni, banalità, paure e momenti di scoperta e vicinanza.

Alessia Puleo, al suo esordio nel mondo del fumetto e da Francesca Ceci che collabora con diverse testate come Flanerí e Altri animali ed è curatrice della rubrica ‘Libri (quasi) non letti’ su I libri degli altri. Ha pubblicato articoli e racconti su Senza rossetto, Il tascabile, Tre racconti. Ha vinto il premio Città di Como con Badù, pubblicato con Tunué. 

Badù di Francesca Ceci e Christian B. BouahBadù

Adatto anche ad un pubblico di lettori giovani, gli autori riescono a parlare in termini molto semplici (ma non semplicistici) del dramma degli albini africani che, a causa di alcune credenze culturali particolarmente radicate, sono vittime di emarginazione e soprusi.

Francesca Ceci e Christian B. Bouah hanno scritto una storia per i disegni di Laura Congiu, Stefania Costa, Gabriele Peddes e Stefania Potito, i quali hanno unito le forze per far vivere ai lettori la vicenda di Badù, bambino libero accompagnato dal geco Armand de Bernier, che si scontra con una realtà carica di pregiudizi e stregonerie.

La maestria degli autori di riuscire a rispettare i canoni della scrittura per l’infanzia, con l’insaziabile curiosità del protagonista che rispecchia quell’età in cui si inizia a scoprire il mondo e si vorrebbe toccare con mano ogni cosa, non trascurando tutta la componente più cruda della storia. Il dramma della discriminazione razziale non viene messo a tacere, anzi, viene mostrato per come appare agli occhi di un bimbo: difficile da comprendere e da interiorizzare.

L’approdo di Shaun Tan

Un libro di Shaun Tan, star internazionale dell’illustrazione e dell’animazione. Una potente narrazione silenziosa, dove un uomo, abbandonando moglie e figlia, intraprende un viaggio da migrante. Un mondo completamente nuovo lo attende, dove ogni scoperta si mescola alla perdita e alla speranza. 

L’opera ha anche l’indiscutibile merito di affrontare il tema delicato e controverso dell’emigrazione seppur con estrema delicatezza. A rendere strepitoso il lavoro di Tan è il combinato disposto della tecnica realizzata delle illustrazioni e delle soluzioni di montaggio e ritmo narrativo.
La carica emotiva, che scaturisce dalla scelta di lasciare il proprio paese e la propria famiglia in cerca di una nuova vita e di una nuova libertà, favorisce la totale immedesimazione con il protagonista, dilata il sentirsi estraneo nei confronti di una rappresentazione di un mondo pieno di rimandi realistici e fantastici e costringe alla totale immersione nelle superbe illustrazioni a mezza tinta, seppiate come vecchie fotografie, espediente di grande effetto nel creare un’atmosfera di nostalgia. Una raccolta di foto, immagini in ordine cronologico da sfogliare come un vecchio album fotografico; ritratti che scaldano il cuore. 

Shaun Tan, cresciuto nella periferia nord di Perth, in Australia, si laurea all’accademia di Belle Arti e comincia la sua carriera curando i disegni in romanzi di fantascienza e in libri dell’orrore per ragazzi. Lascia subito l’impronta, i suoi disegni sono caratterizzati da una vena immaginifica e surreale. Lavora come disegnatore ed autore a Melbourne.