Tags: Avatar The Last Airbender

di Arianna Mancini

Acqua. Terra. Fuoco. Aria.
Mia nonna mi ha sempre raccontato meravigliose storie dei tempi passati, un’epoca di pace in cui l’Avatar manteneva l’equilibrio tra le Tribù dell’Acqua, il Regno della Terra, la Nazione del Fuoco e i Nomadi dell’Aria. Ma tutto questo cambiò quando la Nazione del Fuoco decise di attaccare. Solo l’Avatar, padrone di tutti e quattro gli elementi avrebbe potuto fermare il feroce e inesorabile conflitto. Ma proprio quando il mondo ne aveva più bisogno, lui scomparve.
Sono passati 100 anni e io e mio fratello abbiamo scoperto il nuovo Avatar, un dominatore dell’aria di nome Aang. Nonostante la sua abilità nel dominio dell’aria, ha ancora tanto da imparare.
Ma io ne sono certa: Aang, salverà il mondo!

In un mondo fantasy in cui la popolazione si suddivide in Quattro Nazioni, ognuna rappresentata un elemento naturale, irrompe la guerra a causa della Nazione del Fuoco. Cent’anni dopo i fratelli della Tribù dell’Acqua, Sokka e Katara, liberano da un lungo sonno Aang, un Nomade dell’Aria dal carattere spensierato e gentile. Il ragazzino altri non è che l’Avatar, l’unico in grado di dominare tutti e quattro gli elementi nonché il ponte tra il mondo degli umani e quello degli spiriti. Katara e Sokka decidono di aiutare Aang a realizzare il suo destino di ristabilire l’equilibrio e fermare la guerra, e a loro presto si aggiungerà Toph, un’abile dominatrice della terra.
In groppa al gigantesco bisonte volante Appa e in compagnia del lemure alato Momo, il gruppo sfuggirà dal Principe del Fuoco, Zuko e attraverserà i territori delle Tribù dell’Acqua, del Regno della Terra e della Nazione del Fuoco per consentire ad Aang di padroneggiare i suoi poteri in vista dello scontro finale con il Signore del Fuoco Ozai.

Questa è Avatar – The Last Airbender, la saga creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko. Nata come serie d’animazione prodotta da Nickelodeon per 3 stagioni (2005-2008), è diventata nel tempo un franchise multimediale che conta diversi titoli, tra libri, fumetti, videogiochi, film e serie live action. In particolare, c’è la serie a fumetti scritta dall’autore premio Eisner Gene Luen Yang. C’è il sequel, The Legend of Korra, composto da una serie tv e l’omonima serie a fumetti firmata sempre da DiMartino e Konietzko. C’è un prequel, Cronache dell’Avatar, un ciclo di romanzi che approfondiscono alcuni personaggi citati nelle storie precedenti (abbiamo messo in ordine i capitoli QUI).

Avatar ha guadagnato premi e riconoscimenti, il plauso della critica e l’affetto di diverse generazioni di fan per la sua capacità di raccontare l’amicizia e il coraggio, di rivelare come la lotta tra il bene e il male avvenga nell’animo delle persone prima ancora che in campo aperto, e di mostrare come restare fedeli a sé stessi sia essenziale per trovare il proprio posto nel mondo.

Tutto cominciò a una festa di Halloween

La storia di Avatar comincia circa dieci anni prima il suo debutto su Nickelodeon. Nel 1995, durante la festa di Halloween della Rhode Island School of Design, il giovane Michael Dante DiMartino, ormai prossimo alla laurea in cinema e animazione, incontrò un ragazzo che, con indosso un costume da rettile fatto a mano, girava con un cartello con su scritto “Iguana-Man” e sparava agli ospiti cartucce di gomma da un fucile giocattolo. Si trattava di Bryan Konietzko, anche lui studente dello stesso istituto. Divenuti amici, l’anno successivo i due si trasferirono a Los Angeles dove cominciarono a lavorare per lo studio Film Roman, a realizzare piccoli corti d’animazione indipendente e a collaborare a serie animate di successo come King of the Hill e I Griffin.

Oltre a spendersi su serie altrui, DiMartino aveva un suo progetto personale, Atomic Love, incentrato su un uomo bassino, pelato e dalle orecchie a sventola (come l’autore stesso), accompagnato da una coppia di amici bizzarri, un piccolo robot e un animale che sembrava un incrocio tra un cane e un orso. Definita l’idea grazie anche all’aiuto di Konietzko, DiMartino presentò il progetto a Nickelodeon nel 2002, nel momento in cui si era chiusa una serie di cui era stato direttore artistico ed era alla ricerca di qualcosa da fare. Il progetto Atomic Love non piacque alla produzione: il protagonista adulto e calvo, che ricordava un impiegato di mezza età, e il contenuto serioso della storia mal si adattavano al pubblico giovane di Nickelodeon, abituato a titoli leggeri e dall’umorismo demenziale come Mucca e Pollo, Spongebob e CatDog.

Tutti gli ingredienti per una ricetta vincente

DiMartino e Konietzko non desistettero e si misero nuovamente al lavoro sul progetto, ripensandolo completamente alla luce di alcuni elementi che avrebbero intercettato l’interesse del network. In primo luogo, serviva una storia di avventura in cui l’azione non sconfinasse mai nella violenza esplicita. Inoltre, sarebbe stato utile usare con intelligenza l’elemento della magia, ricreando quell’atmosfera impregnata di leggenda propria de Il Signore degli Anelli e Harry Potter, saghe fantasy che in quegli anni stavano spopolando al cinema.

DiMartino e Konietzko decisero però di prendere le distanze dall’ambientazione europea che, in chiave mitologica o contemporanea, distingueva le storie di Tolkien e Rowling, guardando verso l’Estremo Oriente. Furono fortemente influenzati dall’animazione giapponese, e in particolare dai film di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli, che aprivano mondi nati dalla commistione di elementi realistici e fantastici, pieni di creature immaginarie e di scenari naturalistici. Per le ambientazioni, il character design e anche per l’ispirazione di fondo della storia guardarono alla cultura tibetana e cinese, alla filosofia buddista e alla tradizione delle arti marziali, quest’ultima mutuata soprattutto dal filone cinematografico sul kung fu.

Una volta approvato il progetto, gli autori presero una decisione importante anche dal punto di vista tecnico: lo stile dell’animazione doveva porsi come una commistione tra gli stilemi grafici degli anime giapponesi e l’espressività e la mimica distintiva dei cartoni animati americani. Lo standard dell’animazione doveva adeguarsi a quello statunitense basato su una media di 16-24 fotogrammi al secondo, non a quello giapponese, che si basava invece su 8-12 fotogrammi al secondo. Questa scelta avrebbe garantito sequenze più fluide ma implicava una lavorazione più laboriosa, per far fronte alla quale vennero coinvolti tre studi di animazione, JM Animation’s in Corea del Sud e DR Movie e MOI Animation negli Stati Uniti.

Puntando molto anche sulla qualità della scrittura, DiMartino e Konietzko coinvolsero nel progetto altri sceneggiatori di comprovata professionalità, tra cui Aaron Ehasz, già story editor di Futurama, e Dave Filoni, che poco dopo sarebbe diventato celebre come regista e supervisore di Clone Wars.

Avatar – The Last Airbender andò in onda dal 2005 al 2008, per tre stagioni, durante le quali Nickelodeon registrò un boom di ascolti. La serie collezionò nel tempo diversi riconoscimenti – Annie Awards, Genesis Awards, Primetime Emmy Awards, Kids’ Choice Awards e Peabody Awards.

Eroi ed eroine adolescenti

Nel ripensare la serie, DiMartino e Konietzko non rinunciarono all’idea iniziale e originalissima di un protagonista dalla testa calva e dalle orecchie a sventola: sarebbe stato non più un adulto ma un ragazzino di 12 anni, dalla corporatura asciutta e con un tatuaggio a forma di freccia sulla fronte. Rinunciarono presto all’idea di farne un guerriero futuristico munito di armi tecnologiche alla Star Wars. Restando fedeli all’ispirazione orientale scelsero di renderlo un monaco dal carattere gentile e vivace, rispettoso della vita altrui, vegetariano, riluttante a praticare il combattimento.
Aang cominciava a prendere forma.

In uno dei primi sketch in cui gli autori esploravano le possibilità del personaggio, lo disegnarono seduto sulla testa di una bestia enorme che ricordava vagamente un bisonte e che volava. Questa immagine fu il punto di partenza per definire alcuni elementi cardine non solo di Aang, ma anche della storia e del mondo di Avatar. Quel ragazzino dal carattere gentile, che cavalcava una bestia volante e girava il mondo, sarebbe stato un nomade abituato a vivere tra le nuvole. L’idea dell’aria suggerì che altri personaggi potevano invece essere legati all’acqua, e che gli antagonisti potessero invece essere associati al fuoco, l’elemento distruttore per antonomasia. Nacque così l’idea di un mondo diviso in quattro nazioni, ciascuna legata a uno dei quattro elementi, acqua, aria, terra e fuoco. L’elemento magico consisteva nel fatto che alcune persone sarebbero state in grado di “dominarli” e di usarli sia per scopi creativi e costruttivi sia nel combattimento. L’eroe Aang avrebbe avuto un valore aggiunto: sarebbe stato in grado di dominare tutti e quattro gli elementi, e questo suo talento avrebbe coinciso con il suo destino e determinato il suo percorso di crescita.

Se Aang era legato all’aria, i personaggi a lui più vicini sarebbero stati associati agli altri elementi. All’acqua appartiene la coppia di fratelli uniti ma litigiosi che fin da subito accompagnano il protagonista nel suo viaggio: Sokka, “il ragazzo della carne e del sarcasmo”, aspirante guerriero, ingegnoso e orgoglioso, e Katara, dominatrice dell’acqua, ottimista e responsabile, e che nel corso della storia cattura il cuore di Aang. Ai due, che conferiscono al gruppo una familiarità domestica, scatenano varie gag divertenti e all’occorrenza anche qualche momento di tensione nelle scene di maggiore vulnerabilità, si aggiunge Toph, dominatrice della terra, che compensa l’assenza della vista con una sensibilità tattile eccezionale. E infine c’è Zuko, orgoglioso e tormentato principe del fuoco, che da antagonista diventerà prezioso alleato.

I temi esplorati da Avatar

La saga di Avatar si caratterizza per un’ambientazione fantasy e orientaleggiante, eppure molte delle dinamiche raccontate sono realistiche e lasciano spazio a profonde riflessioni. La suddivisione del mondo in quattro popolazioni distinte – le Tribù dell’Acqua, i Nomadi dell’Aria, la Nazione del Fuoco e il Regno della Terra – è il pretesto per raccontare le differenze culturali e quanto di negativo spesso ne consegue: la tendenza delle civiltà più tecnologicamente progredite a opprimere le altre, ad appropriarsi delle loro risorse e distruggere quel che resta. Scegliendo un linguaggio adeguato al pubblico giovane cui si rivolge, Avatar parla di imperialismo e colonialismo. Parla di tutto quel che una guerra di conquista comporta nella vita delle persone: la discriminazione razziale, fino alla sua conseguenza più estrema, il genocidio; la scomparsa di intere culture attraverso lo sterminio delle persone che ne fanno parte; il fenomeno degli orfani di guerra.

Ma Avatar non esplora solo i disastri portati da un conflitto, si concentra anche su problematiche più squisitamente sociali. Fornisce un ritratto impietoso di una società classista che si fonda sul divario tra ricchi e poveri. Mostra la discriminazione di genere e la lotta per l’emancipazione femminile, e attraverso Toph le criticità di una società abilista incapace di riconoscere e valorizzare i talenti di chi viene etichettato come persona con handicap.

Grazie all’esplicita volontà di DiMartino e Konietzko di creare personaggi capaci di evolversi e maturare, Avatar affronta anche tematiche legate alla sfera personale.
Nel corso della storia si sottolinea la centralità dei legami familiari, si parla di lutto e perdita degli affetti più cari, si affronta l’argomento della relazione abusante che si sviluppa da genitori anaffettivi. Presenta l’amicizia come rete di mutuo sostegno ma anche come specchio in cui misurare sé stessi. Mostra la difficoltà di compiere scelte che ci rispecchiano e che non siano imposte dagli altri o dettate dalla situazione in cui ci si trova. Racconta la nascita dell’amore, e – soprattutto nella serie a fumetti La leggenda di Korrala libertà di amare chi si vuole, oltre ogni stereotipo e imposizione culturale.

Oltre a essere un serie d’avventura e un grande affresco fantasy, la saga di Avatar è una metafora della realtà in cui viviamo e una storia di formazione, nel corso della quale i protagonisti crescono, si confrontano con i loro limiti e con la necessità di diventare sé stessi e provano a modellare il mondo a misura loro, cercando di renderlo migliore.

Arianna Mancini ha curato la mostra dedicata ad Avatar – La Leggenda di Aang e Korra nell’edizione 2024 di ARF! Festival.

Esplora il mondo di Avatar – The Last Airbender

Dal 28 ottobre arriva l’imperdibile cofanetto di Avatar The Last Airbender, un box esclusivo in edizione limitata che contiene tutti i 6 volumi della serie.

Il cofanetto sarà disponibile in due versioni da collezione: una standard per le librerie (box marrone), e una variant esclusiva disponibile solo in fumetteria (box azzurro) con all’interno una cartolina da collezione.

Per chi possiede già i graphic novel, inoltre, è possibile trovare anche il box standard per le librerie smontato senza libri, da riempire con i propri volumi.

Il mondo di Avatar è una serie ricca di personaggi e trame e per la sua enorme qualità è molto amata da numerosi fan. Tutto parte dalla serie televisiva Avatar – La Leggenda di Aang, creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko, che approda al fumetto con i sei graphic novel dallo scrittore vincitore del premio Eisner e degli Harvey Awards Gene Luen Yang.

Non lasciateveli sfuggire!

di Lorenzo Barberis

Dragon Hoops

Lo scorso 23 luglio 2021 Dragon Hoops, uno degli ultimi lavori di Gene Luen Yang, portato in Italia da Tunué, ha vinto l’Eisner Award per la miglior graphic novel per adolescenti

L’autore è stato premiato anche per Superman smashes the clan (con i disegni del team Gurihiru, con cui ha lavorato su Avatar, la sua opera più nota), una storia del supereroe da lui adattata dallo sceneggiato radiofonico del 1946. Il suo Superman ha vinto come miglior fumetto per ragazzi e miglior adattamento da un altro medium: dell’avvio, ancora nebuloso, di questo lavoro su Superman – che l’autore ha dichiarato essere un suo sogno fin dall’infanzia – parla anche all’interno di Dragon Hoops.

Una consacrazione, insomma, per l’acclamato autore, che è già, dal 2016, ambasciatore nazionale per la letteratura giovanile in USA. Ma, al di là dei riconoscimenti meritati, Yang ci pare autore interessante per la sua capacità di esplorare nelle sue opere un tema interessante, a vari livelli, e con un taglio personale: quello dell’equilibrio. Equilibrio tra forze contrastanti, tra pulsioni psicologiche, che – soprattutto in Dragon Hoops – passa anche per un forte uso dello specifico fumettistico. Ma prima di approfondire tale tema ci pare giusto sottolineare l’importanza degli Eisner.

Eisner e il suo premio: un Oscar fumettistico.

Il Premio Eisner, istituito nel 1988 (anche in seguito alla chiusura dei Kirby Awards nel 1987) e collegato dal 1991 al San Diego Comic-con, la principale manifestazione fumettistica mondiale, è infatti probabilmente il più prestigioso premio fumettistico americano, intitolato a Will Eisner, uno dei massimi autori dei media, che partecipò all’assegnazione del premio dalla sua istituzione fino alla sua morte nel 2005.

Tra i primi professionisti del fumetto, Will Eisner nel suo The Spirit (1940-1952) si distinse all’interno dell’età dell’oro dei supereroi per un linguaggio particolarmente raffinato e sperimentale; in età matura, con il suo A contract with God (1978), cui seguirono numerose opere successive, Eisner produsse la diffusione dell’idea di graphic novel con l’enorme successo dell’opera. Inoltre, si dedicò all’avvio dello studio del fumetto con il suo Comic book and sequential art (1985), che diffuse l’idea dell’ “arte sequenziale” come ampia categoria che include lo specifico del fumetto (la closure) ma anche permette di estendere verso il passato lo studio del medium. La teoria dell’arte sequenziale, ripresa e sistematizzata da Scott McCloud nel suo Capire il fumetto (1993), divenne lo standard di riferimento tuttora vigente nell’analisi del medium fumettistico.

Yang: American Born Chinese

Tornando a Yang, l’autore aveva già vinto numerose volte il premio Eisner con graphic novel e comics: nel 2007 con American Born Chinese, nel 2010 con Urgent Request, assieme a Derek Kirk Kim, nel 2015 con Avatar: The Last Airbender, che costituisce il suo prodotto più noto in ambito “popolare”.

Nato nel 1973, dopo gli studi informatici Yang si dedicò all’insegnamento, proprio nella Bishop O’Dowd High School in Oakland, California che è al centro di “Dragon Hoops”.

Fin dopo la laurea nel 1995 Yang iniziò ad autoprodurre i suoi fumetti con la sua etichetta Humble Comics (1996), vincendo lo Xeric Grant (1997) col suo primo fumetto, Gordon Yamamoto.

American Born Chinese (2006), vincitore del premio Printz, fu il primo graphic novel ad esser finalista al Nationl Book Award, oltre a inaugurare, come abbiamo visto, la serie dei suoi riconoscimenti all’Eisner.

Il suo principale lavoro nel fumetto “popolare” è il fumetto di Avatar: The Last Airbender per la Dark Horse, a partire dal 2012, e portato in Italia da Tunué.

Avatar: the Last Airbender nasce come serie animata televisiva creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko, in onda dal 2005 al 2008, seguito poi dallo spin-off The legend of Korra (2012-2014). Il grande successo della serie portò anche a un adattamento filmico, non molto fortunato, ma realizzato dal 2010 da un nome importante del cinema popolare come Night M. Shyamalan. Non c’entra invece nulla lo spettacolare film di Cameron del 2009, che riprende in modo autonomo il concetto induista (l’Avatar è in origine la manifestazione fisica di una divinità).

Il progetto dei graphic novel segue la chiusura della serie: le prime cinque storie sono state scritte da Gene Luen Yang e sono generalmente acclamate per la fedeltà che hanno saputo dimostrare allo spirito della serie, anche nei disegni dello studio Gurihiru. Nel 2018, Faith Erin Hicks subentrerà poi come scrittore, con Peter Wartman come disegnatore.

Il mondo di Avatar e il tema del difficile equilibrio.

La promessa

Il tema di fondo di Avatar è dunque quello di un mondo basato su un precario equilibrio tra i quattro classici elementi alchemici, così come classificati dalla dottrina empedoclea: terra, acqua, aria e fuoco. L’equilibrio, compromesso, tra questi elementi viene garantito dall’Avatar, il giovane protagonista, che nella serie animata ha riportato l’equilibrio contenendo il folle espansionismo del sovrano dell’Impero del fuoco. I quattro elementi possono essere dominati da persone altamente predisposte e addestrate, e questo offre ovviamente il destro a una grande spettacolarità visiva della serie e del fumetto, con scontri grandiosi che coinvolgono i rispettivi poteri elementali. 

Il fascino per il tema dell’equilibrio tra i quattro elementi da parte del fumetto americano è del resto seminale: basti pensare che la Marvel ha fondato, in fondo, la sua meraviglia su tale contrapposizione elementale, prima tra il dominio del fuoco della prima Torcia Umana e quello dell’acqua di Namor, negli anni ’40, e poi concentrando i quattro elementi nei poteri dei Fantastici Quattro di Stan Lee e Jack Kirby, uno dei pilastri del suo grande successo nei ’60.

Le storie di Yang continuano le vicende della serie tv originale, affrontando un tema più difficile (cosa succede dopo l’apparente fine della fiaba, del “vissero tutti felici e contenti” tradizionale che chiuderebbe ogni possibile narrazione?) ma più interessante. 

La ricerca

Yang è l’autore adatto a muoversi su questo territorio, che chiusa la stagione più “epica” della serie gli permette di affrontare conflitti più sfumati, con una maggiore attenzione alle psicologie dei personaggi e alla sociologia di questo mondo fantastico.

Si passa quindi da un cartoon più rivolto a un pubblico ancora infantile a un fumetto che inserisce temi “young adult”, molto simili per certi versi a quelli che troviamo nel “manga europeo” di W.I.T.C.H. (che di nuovo riprende la magia elementale, tra l’altro) e similari. 

In qualche modo, con la sua attenzione a psicologie sfumate, conflitti non sempre risolubili, contraddizioni che fanno parte della realtà in modo inevitabile, Yang opera una garbata “decostruzione” del mondo di Avatar, che è quella che permette narrativamente a questo mondo di sopravvivere.

Il primo graphic novel, La Promessa decostruisce il tema della contrapposizione degli elementi, mostrando come essi siano destinati inevitabilmente a intersecarsi nei confini.

Il secondo, La Ricerca indaga in modo particolare il tema dei rapporti famigliari, già presente nel primo volume ma qui esaminato con cura nei rapporti padri-figli, fratello-sorella, e così via.

La Frattura

La Frattura, infine, analizza il difficile rapporto tra il mondo magico che va a sparire – e di cui il giovane Avatar è il mediatore con gli umani – e il nuovo mondo della tecnica che sta nascendo, con aspetti negativi e positivi. Da un lato, il miglioramento delle condizioni di vita di un mondo fantasy medioevale che, scoprono i protagonisti, è meraviglioso per gli eroi ma durissimo per gli altri; dall’altro, la distruzione dell’equilibrio naturale. Si rivedono i temi cari a Miyazaki, da Nausicaa in poi: trattati ovviamente con uno stile anche profondamente diverso, ma accomunato da un modo non manicheo di esplorare la questione, lasciandola in buona parte aperta alla interpretazione del lettore.

Il gruppo Gurihiru interpreta molto bene le storie dell’autore. Naturalmente, il fatto che i disegni siano il lavoro di uno studio, pur nella eleganza della riuscita grafica, toglie in parte (volutamente, in questo progetto) la possibilità di una forte espressione del singolo autore. Lo scopo è qui, in modo evidente, la fedeltà agli stilemi posti dal cartone animato, e in questo il risultato è ottimo. Particolarmente riuscita ci pare la colorazione, che è ovviamente fondamentale per esprimere cromaticamente i quattro elementi che si bilanciano, e che corrispondono ad altrettanti colori: il rosso del fuoco, il blu dell’acqua, il verde per la terra e un giallo delicato per l’aria. I colori non si bilanciano solo nelle vesti tradizionali e nelle divise dei vari personaggi, ognuno dei quali tende a scegliere – in vesti rituali, ma anche in quelle quotidiane – il colore corrispondente alla sua provenienza elementale, ma anche nei paesaggi e negli ambienti, oltre che, in modo spettacolare, quando si giunge a uno scontro di tipo magico. L’armonia visiva, fedele anch’essa a quella del cartone animato, rende particolarmente godibili queste storie, specie per il proprio pubblico giovanile di riferimento: idealmente, sono la lettura perfetta per i ragazzi che abbiano terminato la visione del cartoon (riproposto di recente anche da Netflix).

Dragon Hoops: piccoli passi, grandi balzi

Stante la validità della resa visiva ai fini spettacolari della storia, ciò in parte esclude invece un uso più raffinato del medium fumettistico, che torna (discretamente, e senza turbare una lettura “di primo livello” della narrazione) in Dragon Hoops, che esplora a suo modo il tema dell’equilibrio.

La raffinatezza dell’operazione di Dragon Hoops parte dalla sua qualità cartotecnica: la copertina non è solo arancione, ma ha una texture tattile a rilievo che richiama la palla di pallacanestro. La cosa è molto rilevante, perché durante tutta la lettura viene evocata la sensazione di toccare una palla da pallacanestro, esattamente come capita spesso di fare a un giocatore durante la partita. L’espediente ha quindi una efficacia molto forte.

Il titolo, come noto, rimanda alla squadra di pallacanestro del college dove lo stesso Yang insegnava prima di dedicarsi alla sola carriera fumettistica. “Da piccoli passi a grandi balzi”, recita il sottotitolo, che oltre a richiamare la celebre frase di Armstrong del 1969, in occasione della conquista della Luna, adattandola al tema cestistico, riassume bene la declinazione del tema centrale dell’opera.

Nuovamente torna in Yang il tema del difficile bilanciamento ed equilibrio tra realtà diverse: naturalmente, quello delle differenti identità, che l’autore conosce e ha narrato in prima persona, come americano di origine taiwanese, e qui descrive tramite i vari giocatori e il loro simile rapporto con le loro molteplici e complesse identità.

C’è per molti allievi, ovviamente, il tema della propria identità nera, nell’epoca del Black Lives Matter, presentato senza forzature ma come crisi evidente nella società americana. Ci sono le altre minoranze, in particolare asiatiche, coi loro temi e i loro problemi. Ci sono i docenti, ognuno con una storia (e Yang, nella sua scelta del realismo, non tace nemmeno alcuni aspetti marginali ma difficili da trattare).

Ma è anche l’equilibrio, in modo molto evidente, di Yang tra la sua vita famigliare, il lavoro scolastico e quello fumettistico, rappresentato da un mutevole grafico a torta che mostra la complessità di reggere i tre fronti, fino alla decisione finale di abbandono della professione di docente. 

E ovviamente l’equilibrio è in primis, è ovvio, in molti aspetti, quello portato dal gioco della pallacanestro: la forte squadra della scuola ha da sempre sfiorato, ma mai vinto il campionato, e in quest’anno ha un’ultima occasione prima del ritiro di molti forti giocatori che andranno all’università. Il basket è un gioco che si presta particolarmente alla resa di questa necessità di equilibrio in campo, per la sua natura di gioco di squadra complesso e fortemente strategico.

Chissà, tra l’altro, se Yang ha percepito la sfida implicita di affrontare un tema sportivo, il basket, che è noto per essere al centro di quello che viene ritenuto da molti il miglior manga sportivo, Slam Dunk, che ha in effetti una resa eccezionale dell’epica dello sport tramite un uso magistrale del segno e del linguaggio.

Yang, comunque, riesce pienamente in quest’opera, nella misura in cui al centro, come detto, non c’è tanto la sfida in campo, ma questa ha un ruolo come cartina al tornasole di altri conflitti psicologici e sociali che ruotano intorno alla storia.

La tensione narrativa è in questo aiutato dal tema del realismo: Yang lavora su una storia vera, in parallelo (non potrebbe ovviamente documentare con efficacia a posteriori questo piccolo eppure grande epos scolastico) e quindi la narrazione potrebbe concludersi con una sconfitta o una vittoria, al di là delle scelte autoriali, cosa che rafforza la suspense. 

Questi e altri conflitti sono presenti dunque nella narrazione: posti – come usuale in Yang – non quali prove di forza da superare in modo “giusto o sbagliato” tramite il taglio di un nodo gordiano, ma appunto come bilanciamenti non facili, mai definitivi.

La particolare riuscita è il fatto di esprimerli con una metafora insistita nel testo che è quella dell’attraversamento di una linea, su cui i vari protagonisti si trovano spesso ad esitare.

Tema che si presta particolarmente bene alla resa fumettistica, poiché tutta l’arte sequenziale è strutturata sul valicare uno “spazio bianco”, una linea bianca da parte del lettore. Yang – qui autore completo, cosa che facilita l’operazione – si dimostra pienamente consapevole di ciò e usa tutta la sua abilità di narratore per dare efficacia a tale elemento, senza al contempo uscire dal realismo che si è imposto con un linguaggio forzato, retorico

Anche il segno di Yang, sobrio, essenziale, ma di precisione millimetrica nel seguire il suo intento autoriale come negli altri maestri moderni di un certo minimalismo americano, è efficace al racconto, e viene ben seguito dal colorista Lark Pien (ringraziato dall’autore nell’ottenimento dell’Eisner) per le sue opportune scelte analoghe di colori tenui, mai gridati eppure attenti a seguire, nel realismo, la resa emotiva dei vari momenti della storia.

Il tema del passaggio viene rimarcato da una onomatopea usualmente non marcata, il rumore del passo dei vari personaggi che avanza con decisione oltre una linea, dopo essersi fermati sulla soglia (un onomatopeico “step”). Ma questa visualizzazione è solo una guida a cogliere, in modo più sottile, come è la stessa closure a introdurre molti momenti in cui i protagonisti si trovano di fronte a una soglia, a una decisione da prendere, a livello materiale o psicologico, per ottenere un nuovo bilanciamento nell’equilibrio delle loro vite.

A partire, come detto, dallo stesso Yang, che in quest’opera segna a sua volta un crinale tra la compresenza tra insegnamento e fumetto, con la scelta poi del solo fumetto, in occasione del prestigioso lavoro su Superman, l’apice anche simbolico del fumetto americano: lavoro poi premiato con l’Eisner, appunto, nello stesso anno di Dragon Hoops.

Questa natura di opera di passaggio, oltre alla rara grazia della sua riuscita, renderanno Dragon Hoops un lavoro di particolare importanza nelle evoluzioni del lavoro di Yang, che ci auguriamo ancora lungo e in grado di offrirci ancora il suo sguardo penetrante e pacato sulle vicende umane, tramite l’arte sequenziale che è cara a tutti noi.

La raccolta dei migliori fumetti fantasy Tunué per tutte le fasce d’età: dalle prime letture ai fantasy per ragazzi e adulti

I libri fantasy e le saghe fantasy appassionano milioni di lettori in tutto il mondo, di tutte le età. Draghi, magie, incantesimi e ambientazioni fantastiche: i mondi e gli universi che riescono a creare queste storie incantano lettori di ogni genere, dagli adulti, ai bambini.

I romanzi fantasy sono certamente i più conosciuti, ma se parliamo invece di fumetti fantasy? Anche il mondo del fumetto e delle graphic novel è in grado di competere oggi con i cugini romanzi, con grafiche spettacolari e storie avvincenti che prendono vita su carta.

Abbiamo pensato di raccogliere qui tutti i fumetti fantasy editi Tunué, divisi tra bambini, ragazzi e adulti, per orientarci meglio in questo fantastico mondo: tra i nuovi Dragon Kingdom of Wrenly e Daisy, e i classici Monster Allergy, tutto il materiale necessario per volare alto con la fantasia!

Fumetti fantasy per bambini: età di lettura 7+

1) Dragon Kingdom of Wrenly La maledizione del Fuocofreddo

Tra i libri fantasy per bambini freschi di uscita Dragon Kingdom of Wrenly è il graphic novel pensato per chi si sta avvicinando alla lettura. Dalla saga letteraria americana, nasce un fumetto colorato e divertente, ma che allo stesso tempo tratta con delicatezza il tema della crescita e della responsabilità.

Ruskin, il drago scarlatto che vive nel castello di Wrenly, è solo un cucciolo goloso e un po’ viziato. Lui però è l’unico che può salvare il regno da una terribile maledizione. Dovrà quindi diventare un eroe e superare le proprie paure, grazie all’aiuto di due amici speciali, draghetti come lui.

Le atmosfere fantasy, l’isola delle fate, il regno dei draghi sono lo sfondo per una storia sull’impegno per raggiungere i propri obbiettivi e sulla forza dell’amicizia. I disegni, i colori e il lettering sono stati realizzati da autori italiani sulla base della storia dell’autrice americana Jordan Quinn: Ornella Greco (disegnatrice e copertinista, Gabriele Cracolici (Colorista), Giovanni Spadaro (Letterista) e alla supervisione del progetto Salvatore Di Marco per Grafimated Cartoon.

2) Atlas e AxisVol. 1 e 2
Atlas e Axis – Volume 1
Fumetti fantasy, Atlas e Axis

Altra coppia di volumi fantasy per bambini più grandi è quella di Atlas e Axis la storia di due cani molto diversi ma inseparabili, immersi in un mondo dove il cielo ospita due lune e dove s’incontrano soltanto animali antropomorfi.

Il primo episodio della serie è incentrato sulla ricerca dell’osso dell’abbondanza: un oggetto mitico, capace di sfamare e dissetare per sempre tutti i cani del mondo. Per farlo, dovranno avere a che fare con i perfidi Norcani, i barbari che hanno razziato il loro villaggio e rapito i loro amici. Nel secondo episodio, invece, i due si trovano tra i ghiacci delle tundre orientali, alle prese con una tribù di cani lupo e i pericoli di un’isola leggendaria.

La storia realizzata da Pau, una delle menti più vivaci del fumetto spagnolo, è un racconto rocambolesco, carico di colori e di disegni curatissimi, che si rifà alla saga di Asterix e Obelix e ai personaggi di Jacovitti.

Aurore enrique fernandez
Fumetti fantasy per bambini, Aurore
3) Aurore

Di Enrique Fernández, altro fumettista spagnolo che del genere fantasy ha fatto il suo must, Aurore è una fiaba spirituale e molto umana della collana Tipitondi. È la storia di una bambina colpita da un maleficio, che parte alla ricerca di una canzone che possa restituirle la vita di prima.

Aurore, diventata misteriosamente pietra, viene aiutata da Vokko, un misterioso animale della foresta che l’aiuta a ricostruire il suo passato e trovare la strada di casa, inventando insieme a lei una canzone che racconti il suo popolo.

Profondo e pieno di echi fantasy e fiabeschi, un fumetto con una protagonista femminile coraggiosa e fragile allo stesso tempo, ispirante tenero e pieno d’amore.

4) Il mago di Oz
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Fumetti fantasy per bambini, Il Mago di Oz

Altro titolo classico del fantasy che diventa un fumetto disegnato magistralmente da Enrique Fernàndez. Da romanzo, a capolavoro cinematografico a graphic novel per bambini e non solo.

La storia è quella che conosciamo tutti: la piccola Dorothy viene catapultata insieme al cagnolino Toto in un mondo fantastico dal quale cercherà in tutti i modi di uscire grazie all’aiuto dei suoi amici Spaventapasseri, Uomo di latta e Leone.

In questa versione, i disegni spettacolari di Fernàndez, ricreano il mondo della Città di Smeraldo con particolare accuratezza del tratto, trasportando il lettore tra in uno spettacolo di colori, paesaggi e fantastiche vedute.

Fumetti fantasy per ragazzi: età di lettura 10+

Daisy Coperina
Fumetti fantasy per ragazzi, Daisy
1) Daisy

Nei libri per ragazzi fantasy entra di diritto la mini saga di Daisy, nei due volumi Daisy e Daisy e la maschera spezzata di Lorenza Di Sepio e Marco Barletta, gli autori di Simple & Madama. Un urban fantasy sul potere delle storie e sulla ricerca della verità, avventuroso, divertente, ma con tematiche adulte.

La piccola Daisy viene risucchiata dalle pagine di un misterioso libro che suo padre, uno scrittore, ha scritto e nascosto molti anni prima. Il suo compito sarà quello di sostituirsi all’eroe di questo regno fantastico e sfidare la perfida regina che spadroneggia. Il punto però è che non tutto è come sembra: dietro alla cattiveria della strega, si nascondono segreti e motivazioni insospettabili.

Due volumi carichi di riferimenti ai fantasy moderni, come Harry Potter e La storia infinita, avventurosi, ricchi di personaggi e anche divertenti.

2) Avatar The last airbender
Avatar. The Last Airbender. La leggenda di Aang. La promessa
Avatar. The Last Airbender. La leggenda di Aang. La promessa

La saga fantasy che avuto un enorme successo grazie alla serie animata Avatar The last Airbender (in Italia trasmessa da Netflix) ed è diventata graphic novel. Con Avatar La promessa e Avatar La ricerca Tunué ha dato inizio alla pubblicazione italiana di tutti i graphic novel già usciti negli stati uniti (ecco la guida per recuperare i capitoli precedenti di Avatar).

Nei due volumi troviamo Aang e i suoi amici Sokka e Katara uniti per la prima volta anche a Zuko, il re del fuoco. Insieme si uniranno per sconfiggere le colonie del fuoco e indagheranno sul misterioso passato e sulle origini di Zuko.

Due volumi che approfondiscono e ampliano la storia delle serie, con i disegni del duo Gurihiru e scritte da Gene Luen Yang, autore, tra gli altri di Superman e di Dragon Hoops.

3) Monster Allergy
Monster Allergy Collection 1
Fumetti fantasy per ragazzi, Monster Allergy vol.1

Tra le saghe fantasy per ragazzi più longeve e apprezzate c’è senza dubbio Monster Allergy, nata in casa Disney dallo studio Red Whale ripubblicata interamente da Tunué sia nella versione classica (Deluxe e collection) che in nuove fantastiche avventure: Monster Allergy Evolution.

Monster Allergy
Fumetti fantasy per ragazzi, Monster Allergy

Monster Allergy è la storia di Zick e Elena Patata, due ragazzi che vivono a Oldmill Village, una strana cittadina di provincia popolata da creature mitiche e mostruose. Insieme affronteranno avventure che li porteranno a indagare su una strana, misteriosa allergia. Se non sapete di che stiamo parlando, ecco la guida per orientarsi nel mondo di Monster Allergy.

Katja Centomo, Francesco Artibani, Alessandro Barbucci e Barbara Canepa sono i quattro autori che firmano la saga.

4) Monster Allergy Evolution vol. 4 e 5 – Il filo di Arianna e La voce dell’ombra

Monster Allergy Evolution 4 – Il filo di Arianna
Fumetti fantasy per ragazzi, Licia Troisi Il filo di Arianna

Licia Troisi la regina del fantasy italiano firma insieme ad Artibani Il filo di Arianna, e La voce dell’ombra due storie ricche si suspense e mistero che fanno parte di Monster Allergy evolution, il seguito di Monster Allergy che vede Zick e Elena ormai adolescenti.

Monster Allergy Evolution - La voce dell'ombra
Fumetti fantasy per ragazzi, Licia Troisi La voce dell’ombra

In questa storia in due capitoli Elena Patata parte da sola per andare da Leon il Sinistro, una vecchia conoscenza dei nostri amici, contrariamente al volere del nuovo fidanzato Bert e del suo amico Zick. In seguito alla sua scomparsa, Zick partirà subito verso l’Eremo per scoprire cosa sia successo e si ritroverà a fronteggiare parecchi nuovi ostacoli: tutti gli stanno nascondendo qualcosa.

Disegnato da Arianna Rea, questo episodio in due volumi è fantasy puro, dalle ambientazioni suggestive dell’Eremo agli incantesimi e le magie di Leon, unite agli immancabili mostri. Nuovi e vecchi personaggi insieme, in un episodio davvero fuori dal comune.

Fumetti fantasy per adulti

1) La leonessa di Dordona

Un fumetto fantasy medievale liberamente ispirato all’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, con protagonista Bradamante, un’eroina coraggiosa, forte e determinata ad essere padrona del proprio destino e scegliere in autonomia cosa fare e chi amare.

La leonessa di Dordona è un episodio dell’Orlando Furioso visto da Bradamante, come protagonista.  Erede dei conti di Dordona, paladina dell’imperatore Carlo Magno, è innamorata di Ruggero, comandante dell’esercito saraceno di Agramante, pur essendo promessa sposa a Leone.

Bradamante sceglierà di seguire il proprio istinto e il proprio amore, partendo alla ricerca disperata di Ruggero, attraversando campi di battaglia desolati e innevati. Accompagnata dalla maga Melissa e in lotta contro Atlante, si configura come un fantasy moderno, nato dalla penna di Enrico Orlandi e Gaia Cardinali.

Pelle di mille bestie
Fumetti fantasy per adulti, Pelle di mille bestie
2) Pelle di mille bestie

Veniamo ora a un fantasy molto particolare, che prende e ribalta completamente il genere, ma senza tradirlo. Parliamo di Pelle di mille bestie di Stephane Fert, alla ricerca continua della definizione dell’identità femminile nella fiaba e in generale dei ruoli di maschio e femmina.

Troviamo allora un principe gracile e amante dei fiori e una principessa che non ha bisogno di essere salvata, ma che si salva da sola e che rifiuta la prospettiva di un matrimonio che non vuole.

Un adattamento molto particolare della fiaba Dognipelo dei fratelli Grimm, magistralmente disegnato da Fert. Una riflessione contemporanea sui temi classici del fantasy e della favola, ironica e arguta.

3) Morgana
Cover_Morgana
Fumetti fantasy per adulti, Morgana

Ancora una volta Stephane Fert insieme a Simon Kansara alle prese con il fantasy e la fiaba rivisitata. Questa volta Morgana prende il personaggio delle leggende arturiane e ne fa un personaggio sfaccettato e moderno.

Gli autori decidono di rovesciare la leggendaria Tavola Rotonda: Privata del suo destino di regina, la sorellastra di Re Artù diventa la fata Morgana e si oppone alla tirannia della Tavola Rotonda e alle manipolazioni di Merlino.

Morgana afferra la spada contro i rappresentanti dell’ordine costituto dando vita ad una nuova narrazione privata delle discriminazioni di genere, ma non tralasciando i risultati di anni di subordinazione e vessazione del genere femminile.

4) Brigada Vol. 1 e 2

Ancora una saga fantasy targata Enrique Fernández, realizzata grazie alla clamorosa campagna di crowfunding sulla piattaforma Verkami, che ha permesso all’autore di raccogliere oltre 52.000 euro. Oggi è distribuita autonomamente in tutto il mondo e in varie lingue.

In una terra fantastica, dove la magia prende vita, un gruppo di mercenari senza scrupoli, comandati dal capitano Ivvro, viene reclutato per combattere nella guerra contro gli Elfi neri. Inaspettatamente, durante la battaglia, la squadra viene avvolta da una nebbia misteriosa che conduce a una strana terra ostile, dove i nostri dovranno ricompattarsi per difendersi da nuove inedite minacce.

Fumetti fantasy per adulti, Brigada vol.1
Brigada 2
Fumetti fantasy per adulti, Brigada vol. 2

Enrique Fernández che si è ispirato ai racconti dello scrittore fantasy polacco Andrej Sapkoski ideatore dell’affascinante personaggio di Geralt de La Rivia, stregone guerriero, protagonista del videogame open word più grande mai stato creato: The Witcher.

Scopri se sei un vero fan della serie di Avatar: gioca al nostro quiz sul graphic novel di Avatar e metti alla prova le tue doti!
In palio un graphic novel Tunué a scelta e le cartoline originali tratte dal graphic novel Avatar – The Last Airbender. La Ricerca.

Partecipare è molto semplice e non vediamo l’ora di divertirci insieme. 
Ecco dunque come partecipare al nostro quiz evento:

  • Compila questo modulo per iscriverti al gioco. 
  • Il 18 Marzo poco prima dell’inizio del gioco alle ore 21 riceverai via e-mail un link e un codice da inserire. 
  • Scegli il tuo nome di battaglia e entra nel vivo del divertimento!
  • 20 domande e solo 10 secondi ciascuna per dare la risposta esatta. 

Noi giocheremo contemporaneamente in diretta sul canale YouTube Tunué e alla fine del quiz annunceremo chi è il
VERO FAN DI AVATAR
Ma attenzione giocatori e fan: non è finita qui. 
Il vincitore infatti vincerà un graphic novel Tunué a sua scelta e anche le cartoline originali di Avatar – The Last Airbender. La Ricerca

Che aspettate allora?
Iscrivetevi e dimostrate a tutti quanto conoscete la serie di Avatar. 
Noi siamo veramente curiosi di scoprire quante ne indovinerete!

La cartolina in tiratura limitata su carta telata insieme al graphic novel Avatar. The Last Airbender. La ricerca.

Sopra una delle cartoline in tiratura limitata su carta telata insieme al graphic novel Avatar. The Last Airbender. La ricerca.


 

La lunga attesa è finita, dall’11 Febbraio Avatar – The last Airbender. La ricerca è sugli scaffali di tutte le librerie. Per tutti gli appassionati dell’emozionante serie Netflix è un appuntamento da non perdere. 

Avatar è una produzione che ha sempre cercato di trasmettere valori importanti raccontati in modo divertente ma diretto, infatti se in La promessa sono state raccontate situazioni delicate con la giusta complessità senza cercare soluzioni facili, in La ricerca vengono raccontate tematiche delicate e profonde. 

 

 

Avatar. The last Airbender – La ricerca è un graphic novel che mette in scena i legami che muovono la famiglia di Zuko e le scelte che ne hanno plasmato l’evoluzione espandendo quello che è il background di questo universo narrativo con una trama ricca di emozioni ed intrattenimento.  

Un viaggio epico all’insegna di avventure, amori e sorprendenti rivelazioni. Finalmente la risposta ad uno dei quesiti che animano di più gli animi dei fans, chi è e che fine ha fatto la mamma di Zuko? 

Trovato finalmente un indizio, Zuko chiede l’aiuto del team Avatar e dell’alleato più improbabile di tutti, la temibile sorella Azula, sua acerrima nemica, per aiutarlo a scoprire il più grande segreto della sua vita. 

 

 

Zuko mostra di aver imparato il valore della compassione dai suoi amici e da un lungo percorso di redenzione, non vuole trasformarsi nei carnefici che erano suo padre e sua sorella solo per vendetta, perché solo diventando migliore di loro potrà davvero liberarsi dalla loro influenza 

Per questo accetterà di portare Azula con sé in questa cerca: trovare la madre è importante per entrambi i ragazzi, perché ognuno di loro ha i propri demoni da sconfiggere. 

 

 

Gli autori hanno deciso di mantenere un richiamo estetico allo show animato, una saggia scelta per non rischiare di confondere il lettore dal cambiamento di media e permettere allo stesso di seguire le avventure dei suoi personaggi preferiti in modo semplice e dinamico.  

Un fumetto che, una volta iniziato, vi terrà col fiato sospeso grazie al ritmo sostenuto, alla lettura scorrevole, un disegno efficace e, soprattutto, una trama interessante, coinvolgente e profonda 

Un graphic novel tutto incentrato sulla comprensione e l’accettazione del prossimo, dei propri desideri e paure, senza per questo rinunciare alla propria integrità morale. È anche una storia che insegna come tutti possiamo cedere nei nostri momenti peggiori, ma non per questo non siamo più degni di essere amati. 

Sicuramente Avatar – The last Airbender. La ricerca sarà un’altra avventura che ci lascerà col fiato sospeso.