Fumetto a scuola

di Rachele Bazoli

Brina è la gattina protagonista della serie di graphic novel scritta da Giorgio Salati e disegnata da Christian Cornia. Le avventure che la vedono protagonista sono ricche di momenti inaspettati, personaggi incredibili e sorprese meravigliose che la faranno crescere. I bambini e le bambine possono immedesimarsi in lei poiché vive molte delle esperienze tipiche dell’infanzia, sebben traslate in forma “gattesca”. Anche per questo motivo, che si amino i gatti oppure no, di Brina è impossibile non innamorarsi.
In occasione dell’uscita del terzo volume della serie, Brina. L’alba all’orizzonte, abbiamo chiesto agli autori di rispondere ad alcune curiosità.

Brina è una micetta affezionata alla famiglia e avventurosa allo stesso tempo. Come è nata l’idea di raccontare alcuni passaggi dell’infanzia attraverso le esperienze di una gatta da appartamento?
Salati: In realtà è nata prima l’idea di raccontare la storia della gatta che scappa di casa. Solo in un secondo tempo, mentre scrivevo il primo volume, mi sono reso conto che in realtà stavo parlando dell’infanzia, delle regole di casa e di come queste possano creare conflitto nei più piccoli. Si sa che i ragazzi si identificano facilmente negli animali. Diciamo che è venuto tutto in maniera piuttosto naturale.

Nel primo volume, Brina e la banda del sole felino, la protagonista decide di seguire un gatto sconosciuto che la convince di non aver bisogno della sua famiglia umana per essere veramente sé stessa e per essere felice. Nel percorso di emancipazione di un bambino o bambina è un passaggio di consapevolezza molto importante. Come mai avete pensato di interpretare proprio questa dinamica attraverso lo sguardo di Brina?

Giorgio: Più o meno nella vita di ognuno arriva il momento in cui ci si sente tirati in due direzioni. Da una parte l’amore per la propria famiglia, dall’altra la curiosità e il desiderio di indipendenza. È un conflitto comune in ognuno, e il fatto che Brina sia una felina domestica ha reso facile parlare di questo importante momento interiore. Perché in fondo i gatti sono proprio così: indipendenti e selvatici ma anche coccoloni e pantofolai.

In Brina, ogni amico un’avventura la micia sperimenta l’amicizia, la condivisione e la lealtà. Temi profondi legati all’attenzione verso il prossimo, raccontati con una semplicità adatta al pubblico di riferimento. Come avete individuato i personaggi più adatti al racconto che volevate scrivere?

Giorgio: Credo di esser partito dagli animali, scegliendo un cast variegato. Dei ratti criminali, un cane disabile, un pappagallo ansioso, un coniglio psicopatico eccetera, e poi ci ho scritto sopra delle storie. Se ne ho la possibilità, cerco sempre di partire dai personaggi.

Christian: Un applauso a Giorgio, che è riuscito a creare un bel gruppo di comprimari per Brina. Alcuni sono venuti fuori molto bene e, come vedrete nel terzo volume, avranno un ruolo ancora più importante; altri, purtroppo, non sono mai andati oltre la fase di bozza. Ricordiamo la povera Iguana, che non è riuscita a uscire dalla prima stesura del terzo volume 😀

La tradizione di storie che vedono i gatti come protagonisti è articolata. I primi che mi vengono in mente sono Gli Aristogatti di Disney, La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare di Luis Sepulveda, Leonid di Frédéric Brrémaud e Stefano Turconi. Quali sono le caratteristiche che rendono Brina una gatta speciale e diversa dagli altri gatti?

Christian: In realtà, credo che tutti questi gatti elencati non abbiano nulla di speciale, se non il fatto di incarnare le tipiche qualità feline, come la profonda curiosità e la spontaneità. Brina, inoltre, dimostra un crescente altruismo che le ha insegnato e continuerà a insegnarle il valore delle sue azioni. Nei tre volumi abbiamo anche voluto mostrare una personalità che cresce gradualmente, diventando sempre più matura.

Nel nuovo volume della serie, Brina. L’alba all’orizzonte, di nuovo viene messo in discussione il suo ruolo in famiglia a causa dell’arrivo di un gattino, Zola. La protagonista ha bisogno di un percorso di crescita per capire che può assumere un ruolo diverso all’interno del nucleo famigliare, come sorella maggiore. Anche questa vicenda racconta una dinamica complessa che accade quando arriva un fratellino o una sorellina. Qual è stata l’intuizione che vi ha spinto a lavorare su questa tematica?

Giorgio: Era appena uscito il primo volume, io e Christian stavamo facendo un laboratorio coi bambini in un festival di letteratura. Di solito facciamo creare loro delle storie sui personaggi del libro. Una bambina aveva inventato una storia in cui Vespucci (l’antagonista del primo volume) veniva adottato dai padroni di Brina e coccolato, mentre lei veniva dimenticata. Ho chiesto alla bambina: “Sei una sorella maggiore?” e lei ha sbarrato gli occhi come se fossi un mago indovino. È bellissimo quando i ragazzi usano le storie per esprimere i propri conflitti. Quella vicenda mi è rimasta nel cuore a lungo tempo. Aggiungere un gattino in casa di Brina sarebbe stato troppo presto per un secondo volume, ma per un terzo…

Christian: Le storie di Brina sono, in fondo, anche una metafora della vita di un bambino, con le varie scoperte che caratterizzano il suo sviluppo e formano il suo carattere. Già alla fine del primo volume ci siamo chiesti se introdurre una seconda figura, un fratellino o una sorellina minore, ma abbiamo messo in pausa questa idea per concentrarci sugli episodi del secondo volume. Nel frattempo, Brina è cresciuta, così come i suoi lettori, e nel terzo volume eravamo pronti ad affrontare il caos emotivo che si crea in ogni famiglia con l’arrivo del secondo figlio.

Lo stile di Christian è caratterizzato da personaggi cartooneschi e ben delineati nelle loro caratteristiche fisiche per raccontare già molto della loro personalità. Come avete lavorato sul character design dei protagonisti animali?

Christian: A parte Brina, ispirata a una gatta reale, Daisy, la gatta di Giorgio, per tutti gli altri personaggi ho seguito un processo di esplorazione basato sulle varie descrizioni che mi forniva Giorgio, che delineavano chiaramente i loro tratti psicologici. Partendo da queste descrizioni, ho creato una serie di sketch veloci per verificare se mi avvicinavo a ciò che Giorgio aveva in mente, per poi passare alla versione definitiva. Devo ammettere che, in generale, sono riuscito quasi sempre a centrare l’obiettivo al primo colpo… forse abbiamo faticato un po’ di più con qualche personaggio umano XD.

Entrambi avete lavorato per diverse realtà (Disney, Bonelli, Marvel, Warner Bros, ecc.) in cui siete stati chiamati a interpretare le storie di soggetti e personaggi pre-esistenti. Con le storie di Brina, avete avuto modo di cimentarvi su una vostra creazione. Quali sono le differenze principali tra lavorare con storie e personaggi già esistenti e lavorare con un soggetto di propria invenzione?

Giorgio: Lavorare con personaggi tanto amati e archetipici è un onore e un privilegio, ma anche una responsabilità. Devi rispettare un sacco di limiti legati a infiniti fattori ed esigenze, e devi ricordarti che il personaggio è anche dei lettori, che giustamente pretendono rispetto per una certa tradizione narrativa. Lavorare sui propri personaggi è altrettanto bello, specialmente perché hai molta più libertà. Può essere un’arma a doppio taglio: a volte i limiti e le regole te li devi imporre da solo altrimenti rischi di produrre un’opera che non ha una direzione precisa.

Christian: Quando si lavora su personaggi preesistenti, non si ha sempre molta libertà: è necessario rispettare le linee guida e gli style guide, anche quando si tratta di personaggi ormai iconici e riconoscibili in tutte le loro forme e interpretazioni. D’altronde, è una forma di rispetto sia per il personaggio sia per il suo creatore. Quando lavori su tuoi personaggi, hai una sensazione di libertà, ma come dice Giorgio, è sempre utile autoimporsi dei limiti per non allontanarsi troppo dal carattere del personaggio. Ad esempio, con Brina, anche se può sembrare che si atteggi e pensi come un essere umano, ci siamo imposti che si muova e agisca sempre come un gatto, a quattro zampe, per evitare di cadere in un antropomorfismo che non volevamo.

Nel tempo avete avuto occasioni di incontrare molto da vicino i vostri giovani lettori e lettrici attraverso dei laboratori di fumetto, scrittura e disegno, a scuola o in altri contesti. Quali sono gli aspetti che amate di più di questa attività?

Christian: Adoro la parte dei laboratori, perché mi permette di avere un contatto diretto con i veri amanti del personaggio. I bambini si affezionano a Brina e agli altri coprotagonisti, e vedere la gioia nei loro occhi quando portano a casa la loro versione è meraviglioso. Inoltre, è sempre bello quando i bambini, senza alcun filtro, ti dicono cosa piace o non piace di un personaggio… è altamente costruttivo anche per noi.

Giorgio: Personalmente adoro lavorare con i bambini, perché ti danno tanta energia, e se riesci a divertirli un po’ ti danno molte soddisfazioni. Non tutti hanno una fantasia così spiccata, ma alle volte dalle storie che inventano saltano fuori delle assurdità!

Solitamente c’è un personaggio che i bambini e le bambine amano particolarmente, al di là di Brina?

Christian: Per ora, Atomino, il giovane gattino nero che appare come comparsa nel primo e nel secondo volume… Forse i bambini si immedesimano di più nel gatto giovane. Chissà cosa succederà con Zola 😀

Nel proporre dei laboratori con bambini e bambini, in cosa e come vi aiuta il fumetto di Brina nel veicolare alcuni messaggi?

Giorgio: Quando facciamo i laboratori cerchiamo di non veicolare nessun messaggio, se non il puro divertimento di giocare con i personaggi e con le storie. La mera creatività, se ben incanalata, apre le porte della mente ed educa a una più profonda coscienza di sé.

Parlando invece di Brina come progetto seriale, qual è il suo futuro? Continueremo a leggere le sue avventure? Ci sono già nuove storie nel cassetto da mettere su carta?

Giorgio: Non lo so ancora di preciso, però abbiamo alcuni progetti in mente. Non necessariamente da leggere, però vogliamo che Brina continui.

Christian: Ovviamente vogliamo che Brina continui, e ammetto che non ci dispiacerebbe vederla in altri ambiti narrativi… chissà 😀

Back to school: per studenti e studentesse tornare a scuola significa vivere un ventaglio di emozioni: la nostalgia delle vacanze ormai concluse, la gioia di ritrovare gli amici e rivedere la crush segreta, lo scarso entusiasmo di riprendere con compiti e interrogazioni, la voglia di mettersi alla prova. Perché, dall’infanzia all’adolescenza, la scuola è soprattutto lo scenario nel quale ognuno impara a conoscersi e scrive alcune delle pagine più dense e significative della propria storia personale.
Per entrare nel mood, ecco alcuni fumetti che parlano di scuola ma, soprattutto, di crescita e sfide.

Click Kayla Miller

Click

Olivia “fa click” con tutti, in quinta elementare, finché un giorno non lo fa più. Quando uno spettacolo scolastico lascia Olivia senza un gruppo a cui unirsi, inizia a farsi prendere dal panico, chiedendosi perché tutti i suoi amici abbiano già formato i loro gruppi… senza di lei. Con lo spettacolo che si avvicina di minuto in minuto, riuscirà Olivia a trovare il suo posto nello show prima che si alzi il sipario?

pera toons cover sfida all'ultima battuta

Sfida al’ultima battuta

Nella scuola di Pera arriva un nuovo studente, Alfie, si è già fatto riconoscere e ha un buon seguito. Pera lo evita, ma quando sta per chiedere a Ely di uscire, Alfie lo sfida proprio sul suo campo di battaglia: le battute fulminanti.  Grazie all’aiuto del suo amico Kenny e del Guru, Pera dovrà riscoprire le freddure che hanno reso grande il suo repertorio e rinnovarlo per poter sconfiggere il rivale e uscire con Ely.

Nowhere Girl cover

Nowhere girl

Magali, ha 11 anni, ha una passione “appassionata” e quasi “folle” per i Beatles. Quello che ama un po’ meno è la scuola, soprattutto da quando frequenta le medie: al solo pensiero di entrare in classe deve affrontare delle vere e proprie crisi di panico. Come una moderna Alice nel Paese delle Meraviglie, la ragazzina trova rifugio nell’universo parallelo dei Beatles, immergendosi nella loro musica e nei colori sgargianti.

American Born Chinese

American Born Chinese

Jin Wang è l’unico ragazzo cino-americano della sua scuola, è perseguitato dai bulli e non sa come dichiararsi alla ragazza – americana – di cui è innamorato. Danny è un ottimo giocatore di basket popolare a scuola, ma ogni anno, dopo la visita di suo cugino Chin-Kee, è costretto a cambiare scuola per sfuggire la vergogna. Due storie quotidiane, che si intrecciando con l’antica leggenda cinese del Re Scimmia.

Bianco Intorno graphic novel fumetto

Bianco intorno

Trent’anni prima dell’abolizione della schiavitù, in Connecticut la giovane insegnante Prudence Crandall apre le porte della sua scuola alle prime alunne afroamericane. Una storia realmente accaduta, che porta l’attenzione sul ruolo chiave che l’istruzione nella battaglia contro ogni forma di razzismo e discriminazione.

New kid, Jerry Craft

New Kid

Il giovane Jordan Banks ama più di ogni altra cosa disegnare fumetti ma i suoi genitori scelgono per lui una prestigiosa accademia privata al posto della tanto sognata scuola d’arte. Diviso tra i suoi sogni e la realtà, Jordan dovrà fare i conti con un ambiente nuovo ed ignoto dove si ritrova ad essere uno dei pochi alunni afroamericani. Troverà il suo posto restando comunque se stesso?

le Elle - La nuova arrivata

Le Elle. La nuova arrivata

Elle è una ragazzina come le altre… per lo più. Simpatica, spigliata ed energica, fa amicizia con i nuovi compagni in un batter d’occhio, alla scuola media Mercury. Tuttavia, a poco a poco, i suoi nuovi amici si accorgono che Elle cambia atteggiamento molto in fretta e molto di frequente. Inizierà un bellissimo viaggio di scoperta ed empatia che porterà Elle a conoscersi maggiormente, ad accettare queste sue sfumature e cogliere il senso di un rapporto fatto di mediazione con se stessa e con i suoi compagni.

Dragon Hoops

Dragon Hoops

Gene Luen Yang fonde la sua storia personale con quella della squadra di basket del liceo, i Dragons, che in una stagione fenomenale sta raccogliendo i frutti di un lavoro durato decenni. I giocatori credono moltissimo in quello che fanno, lavorando perché ogni vittoria li avvicino al loro obiettivo finale, il campionato. Ma il traguardo sportivo non è che una metafora dei sogni che ognuno di loro, come Gene, conserva e alimenta.

La mia ultima estate con Cass

La mia ultima estate con Cass

Megan e Cass si incontrano ogni estate in Michigan, trascorrendo il periodo delle vacanze insieme e condividendo la passione per l’arte. Un’estate, dopo il divorzio dei genitori di Cass, la ragazza si trasferisce a New York e invita Megan a raggiungerla.Il viaggio di Megan sarà l’occasione per crescere ma soprattutto per confrontarsi con l’amica sia a livello personale che artistico, per superare il conflitto con i genitori e seguire le proprie passioni.

[L’immagine di copertina è tratta da Le Elle. La nuova arrivata]

di Rachele Bazoli

Fumetto a Scuola è il progetto pensato per le scuole con cui Tunué porta in classe i fumetti e chi li disegna. Questa proposta didattica nasce da una certezza, condivisa non solo da chi pubblica i fumetti ma anche da chi li studia: il fumetto è un linguaggio che allena la mente all’interpretazione e all’immersione, che ha molto a che fare con il guardare e associa la lettura ad altre forme di comunicazione visiva, vicine ad esempio alla narrazione cinematografica o teatrale (come sottolinea Daniele Barbieri in Semiotica del Fumetto). Questa grammatica specifica del fumetto lo rende un alleato perfetto per chi insegna, per avvicinare alla lettura tutti, anche gli studenti più riluttanti, ma non solo. Vediamo insieme come e perché.

Una prospettiva pedagogica

Pedagogista e scrittore per l’infanzia, Gianni Rodari ha parlato molto di come la lettura favorisca in bambini e adulti l’esercizio della fantasia, e come quest’ultima sia strumento per decodificare la realtà. Leggere in età evolutiva ha una grande importanza per lo sviluppo della persona, per l’affermazione della propria identità, per la chiave che dà nel provare ad avere uno sguardo sul mondo esterno.
Rodari ha parlato anche di fumetto e ne ha descritto la potenza intrinseca dovuta al fatto che chi lo legge colma con la propria immaginazione lo spazio bianco presente tra una vignetta e l’altra. Sosteneva inoltre (nella Grammatica della fantasia) come l’arte sequenziale favorisca il protagonismo dei giovanissimi lettori che attraverso questo sforzo traggono soddisfazione più dal gioco della propria fantasia che dalla storia che stanno leggendo. In particolare (nel capitolo Il bambino che legge fumetti) ricordava che spesso un bambino che si approccia a un fumetto sente il bisogno di incontrare una storia che non sia associata all’ambiente didattico, come una sorta di azione di emancipazione che lo sposta dal devo leggere al voglio leggere.

Le intuizioni di Rodari sono state confermate anche da recenti ricerche scientifiche.
In un articolo del 2014 Julia Marshall, docente di Arts Education della University of San Francisco, esplora e approfondisce il ruolo delle arti figurative nel processo educativo afferente all’istruzione scolastica, sostenendo quanto possa essere vincente per allenare gli studenti a una mente flessibile e capace di pensiero critico.
David D. Seelow, docente di studi umanistici al College of Saint Rose di Albany (New York), da tempo sostiene come il fumetto e il videogioco siano strumenti pedagogici non solo efficaci, ma oggigiorno necessari, che possono fare da ponte tra l’educazione formale (quella scolastica) e non formale (quella attuata da una molteplicità di esperienze che i ragazzi e le ragazze vivono al di fuori del sistema scolastico).
Nel suo libro Lessons Drawn, Essays on the Pedagogy of Comics and Graphic Novels (McFarland and Company, Inc., Publishers, 2019), Seelow raccoglie una serie di saggi accademici a supporto di quanto lui stesso sostiene in merito alla valenza pedagogica del fumetto. In particolare sottolineano, attraverso i vari punti di vista, come il fumetto possa fornire a ragazzi e ragazze maggiori strumenti espressivi, che vadano oltre il mero linguaggio verbale. In quest’ottica il fumetto diventa quindi strumento privilegiato nel consentire agli studenti un’espressione poliedrica del sé e della realtà che li circonda.

La lettura di un fumetto tende quindi a essere un’azione spontanea con l’unico fine di “godersi la storia”, e favorisce una relazione sana, famigliare e genuina con la lettura. Il fumetto rende inoltre facile e inclusiva la narrazione di sé per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, sia attraverso le storie scritte da altri (quindi attraverso la lettura) sia con la propria narrazione attraverso le immagini (attraverso la creazione di una storia usando testo e immagini). Ma c’è anche dell’altro.

Una prospettiva multidisciplinare

Nel suo manuale L’arte del fumetto, regole tecniche e segreti dei grandi disegnatori, Will Eisner, una delle personalità più importanti della storia del fumetto, chiarisce come un buon fumettista debba avere molte altre competenze oltre al disegno e alla parole, per creare un fumetto che sia efficace. Il fumetto diventa così un veicolo per analizzare, comprendere e sperimentare le materie più disparate, persino la fisica, la psicologia, il design, la meccanica. Fare fumetti è racconto per parole e per immagini, ma è anche scrittura, regia e quindi senso del ritmo, fotografia e senso della composizione, espressione emotiva ossia capacità di leggere le emozioni.

Questo approccio multidisciplinare, connaturato con il fumetto, fa sì che questo linguaggio possa diventare uno strumento per aiutare la classe ad acquisire competenze e nozioni appartenenti a discipline diverse. Per esempio, da un graphic novel ambientato nel passato si possono trarre informazioni significative sulla vita di personaggi realmente esistiti o su alcuni eventi storici. Nei fumetti di ambientazione fantastica si possono invece individuare dilemmi etico-morali di cui discutere, una geografia di territori da esplorare, architetture e congegni meccanici da scomporre e analizzare. In pratica, ogni fumetto può essere un pretesto per trattare da un punto di vista insolito materie, argomenti e tematiche inerenti al programma scolastico.

Proporre a bambini e bambine, ragazzi e ragazze di leggere un fumetto significa favorire un lavoro di immaginazione e creazione mentale che è un aiuto per comprendere nozioni ma soprattutto diventa palestra per la decodifica di situazioni ed eventi propri della vita reale. Inoltre la lettura condivisa di uno stesso fumetto permette, attraverso la discussione in classe, di generare nuove competenze sia di tipo analitico e interpretativo, sia di derivazione culturale e nozionistica, in base agli obiettivi didattici dai quali è nata la volontà di affrontare la lettura.

Leggere e fare fumetti a scuola con Tunué

Se leggere fumetti è un’esperienza sia ricreativa che didattica, con il progetto Fumetto a scuola è possibile aggiungere anche un ulteriore momento di arricchimento: l’incontro con autori e autrici che scrivono e disegnano fumetti.

L’incontro in classe con chi ha scritto e disegnato un fumetto non è una semplice presentazione del libro, ma un’opportunità per capire come nasce una storia, come si definisce un personaggio, quanti e quali possono essere i processi creativi che portano alla nascita di un fumetto e quanto lavoro serve perché dalla semplice idea si arrivi al volume concluso e stampato. La chiacchierata tra ragazzi e ragazze e autori e autrici può essere preceduta da un percorso facoltativo fatto in classe sotto la guida dell’insegnante – supportato da materiali didattici appositamente preparati da Tunué – e soprattutto può essere affiancato da un vero e proprio laboratorio di fumetto. Con la supervisione e le indicazioni di sceneggiatori e disegnatori, le classi potranno creare le loro storie, e ragazzi e ragazze potranno avere modo di esprimere anche quelle attitudini e qualità che nel corso delle regolari attività didattiche tendono a restare nascoste o sopite.

Per conoscere quali autori e autrici Tunué, insieme a quelli del Castoro, sono a disposizione e per partecipare al progetto Fumetto a scuola, è semplice: basta iscriversi qui.

A scuola leggere è sinonimo di imparare. Eppure leggere significa anche concedersi un piacere, quello di vivere altre vite, immedesimarsi nelle emozioni degli altri e lasciar correre l’immaginazione. Con la sua commistione tra immagini e parole, il fumetto è un linguaggio che stimola la capacità innata dei giovani lettori e lettrici di mescolare stimoli differenti, e, cosa che non guasta, ha il potere di far sembrare la lettura una sfida meno faticosa di una battaglia contro un muro di testo.

Ecco una lista delle letture Tunué per l’estate 2024 suddivise per fasce d’età e pensate per lettori e lettrici della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. Abbiamo fatto questa selezione pensando a insegnanti e genitori, bibliotecari e bibliotecarie, formatori e formatrici, librai e librai che condividono l’idea che un bel fumetto sia un ideale compagno dei pomeriggi estivi.

Buone vacanze a fumetti!

Abbiamo selezionato alcuni dei nostri fumetti adatti a lettori e lettrici di scuola primaria e li abbiamo suddivisi per classe, dalla prima elementare fino alla quinta. Serie, miniserie o volumi unici con storie che ruotano intorno ad avventure, misteri e magie ma che parlano anche di amicizia, sentimenti e coraggio, fumetti di grande sostanza oppure pensati per giocare e divertire. Da Spongebob a Sonic, da Timothy Top a Emma e l’unicorno, passando per i nuovo libro per l’estate di PERA TOONS.

Qui le letture estive Tunué per la scuola primaria›

Anche nella lista di letture estive per la scuola secondaria di primo grado abbiamo deciso di dedicare alcuni titoli ad ogni classe, dalla prima media fino alla terza. Si tratta di fumetti che raccontano di sbalzi d’umore e di crescita come Le Elle, di integrazione come Possiamo essere tutto e American Born Chinese, di grandi scienziati come Darwin e Audubon. E c’è persino un volume che ha vinto il Premio Strega per Ragazzi e Ragazze 2024: I Pizzly.

Qui le letture estive Tunué per la scuola secondaria di primo grado›

Si è conclusa sabato 11 novembre 2023 la sesta edizione del concorso per lettori Un libro in un podcast, organizzato dall’Istituto Comprensivo Statale G. Perlasca di Bareggio (MI).
In questa occasione, nell’ambito dell’iniziativa nazionale #Ioleggoperché, 12 finalisti sono stati premiati per i loro lavori. 

La sfida lanciata, per questa edizione, consisteva nel far creare agli studenti un podcast, cioè un contenuto audio fruibile in rete, registrato attraverso pc o smartphone, arricchito con musiche e effetti sonori. E così è stato: più di settanta podcast sono giunti alla commissione esaminatrice composta dagli insegnanti di italiano dell’Istituto.

Tra i vincitori del concorso, per le classi della scuola primaria, annoveriamo Lorenzo Caliari, studente della 5^F, che ha realizzato un podcast tratto dal graphic novel Tunué Dragon Hoops di G. Luen Yang.

Ringraziamo Lorenzo, per aver scelto di dare voce al nostro amatissimo graphic novel sportivo sul basket!

Dragon Hoops di Gene Luen Yang la storia del basket

La serie di successo di Timothy Top, il giovane eroe dal pollice verde che lotta per preservare la natura, in libreria in una nuovissima edizione.
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La serie di Timothy Top, firmata da GUD, torna in libreria con una nuova e uniforme veste grafica. Dopo anni di laboratori nelle scuole e lavoro con bambini e ragazzi, i quattro volumi sono di nuovo disponibili con una nuova super copertina: Verde cinghiale, Giallo balena, Rosso Plumbee e La rivoluzione sottosopra.

Il successo della serie è senz’altro un segnale della sensibilità della nuova generazione ad argomenti quali l’importanza di salvaguardare l’ambiente, il cambiamento climatico e la necessità di adoperare fonti energetiche alternative. L’intento educativo di Daniele Bonomo, in arte GUD, ha trovato terreno fertile tra i più giovani.

In particolare, è il grande impegno dell’autore per il fumetto a scuola, che promuove l’utilizzo didattico del fumetto come mezzo di comunicazione estremamente efficace, specie per i più piccoli, ad aver garantito il successo della serie.

timothy top preview

Timothy Top ha otto anni quando, in una notte senza luna, riceve un superpotere: può curare le piante grazie al suo pollice verde. Grazie a questo suo nuovo talento, Timothy parte all’avventura per fermare i malefici piani dell’imprenditore senza scrupoli, Mr. Plumbee.

Il potere di Timothy è, sfortunatamente, sempre più necessario: prima andrà in soccorso del parco cittadino, ma con il tempo Mr. Plumbee cercherà di ricoprire di cemento tutta la città, e poi il mondo intero.

Durante il suo viaggio, però, Timothy incontrerà tanti amici che condividono con lui il desiderio di salvare il pianeta e di mantenerlo verde, e che lo aiuteranno a costruire un futuro migliore.

Noi ci uniamo alla rivoluzione di Timothy Top, al grido di KARAMAZOV!