Proteggere l’ambiente è una grande avventura: Zoe. I guardiani della Terra

di Rachele Bazoli

Dedicato a giovani lettori e lettrici, Zoe. I guardiani della Terra è un’avventura entusiasmante e un’esortazione a impegnarsi per il bene dell’ambiente. Come nella migliore tradizione dei romanzi d’avventura, il graphic novel unisce peripezie e misteri, aggiungendo un pizzico di magia e di tecnologia, senza scordare un certo numero di “mostri” da superare.

Insieme agli amici Ruben, appassionato di tecnologia, e Clara, campionessa di ginnastica artistica, Zoe parte alla ricerca di suo padre, misteriosamente scomparso durante una fortissima e inaspettata tempesta. A spingerla senza esitazioni verso questa pericolosa missione c’è anche un intricato mistero di famiglia, tramandato per generazioni.

Il viaggio mette i tre amici di fronte a prove difficili, e per superarle i ragazzini mettono in campo tutto il loro ingegno e la loro forza di volontà, soprattutto quando scoprono che nelle loro mani c’è la possibilità di salvare la Terra. Affrontando gli ostacoli che gli elementi della natura impongono loro, si renderanno conto di che cosa sia giusto e necessario fare per salvare il pianeta.

L’impresa che Zoe, Ruben e Clara vivono insieme rappresenta una metafora pensata per raccontare il giovane pubblico il cambiamento climatico. Anche per questo motivo, alla fine del volume, sono proprio i lettori e lettrici a essere chiamati in causa e ad avere la possibilità di rivendicare uno spazio di partecipazione e sentirsi parte del team dei “guardiani della Terra”.

In questa intervista, lo sceneggiatore Marco Greganti e il disegnatore Alessandro Giampaoletti ci raccontano quali sono state l’ispirazione, le motivazioni e i retroscena dai quali è nato il graphic novel Zoe. I guardiani della Terra.

Come è nata l’idea di parlare di ambiente attraverso un racconto d’avventura?

Marco: L’idea non è nata subito dalla tematica, cioè non ho deciso che avrei fatto una storia sul cambiamento climatico e sui problemi ambientali: quella è stata una conseguenza. Diciamo che tutto è partito da un’ipotesi narrativa: e se Madre Natura esistesse veramente? Se, per come è stata trattata dal genere umano, si fosse ‘nascosta’ al Polo Nord con l’idea di abbandonarci? A quel punto sono arrivati i protagonisti, Zoe e i suoi amici, con l’obiettivo di compiere un viaggio per recuperare la fiducia di Madre Natura. È stato quel lungo viaggio che i nostri avevano davanti a definire il genere avventuroso della storia.

Alessandro: La scintilla del progetto è nata da Marco e appena ho letto che c’era la possibilità di raccontare un viaggio avventuroso alla ricerca di Madre Natura, sono partito con i primi sketch per il concept art del progetto.

Le “prove” che il gruppetto di amici deve affrontare pongono l’attenzione su ognuno degli elementi naturali (acqua, terra, fuoco, aria) e alcune delle loro fragilità. Quali criteri avete usato per scegliere quali problematiche affrontare nel racconto?

M: Direi che il principale criterio è stato emotivo. Se ci pensiamo, ogni elemento naturale racchiude in sé una precisa carica emotiva. Cioè restituisce, e racconta, un determinato mood. Non è un caso che tante scene ‘chiave’ nella letteratura e nel cinema, quelle dove c’è una carica emotiva fortissima, siano ambientate proprio nell’acqua (sotto la pioggia, in mare, vicino una cascata ecc…), perché noi siamo legati profondamente a questo elemento ed è da qui che ha origine la vita. E non credo sia un caso che una dei protagonisti, Clara, che ha determinate insicurezze e paure, prenda coraggio proprio nell’elemento del fuoco…

A: L’utilizzo dei quattro elementi della natura è una tematica che lascia molto spazio alla fantasia e alle possibilità di messa in scena. Grazie alle linee guida impostate da Marco è stato possibile concentrarsi sulle caratteristiche di ogni elemento in gioco e renderlo così ‘attore’ insieme agli altri protagonisti.

Da un punto di vista narrativo e grafico, c’è stato un lavoro di studio su evidenze scientifiche per mettere in scena alcuni dei problemi che gli elementi della natura generano nel racconto?

M: Anche quando pensi di inventare qualcosa è molto probabile che tu non lo stia inventando affatto. Per esempio pensavo di raccontare una cosa ‘fantastica’ mettendo un’eruzione vulcanica tra i ghiacciai, quando ho scoperto che esistono i vulcani subglaciali. Sono quasi sempre partito prima da un’esagerazione narrativa necessaria per la storia, per poi verificarla successivamente e renderla il più possibile solida da un punto di vista scientifico.

A: Ogni fumetto necessita di una fase di studio e di raccolta di immagini senza i quali la narrazione rischia di essere debole o poco interessante. È proprio lo stravolgimento della realtà che conosciamo a rendere la storia divertente non solo per il lettore ma anche per il sottoscritto. Nel caso di Zoe è stato bello poter dare vita alla natura che intende interagire con noi umani, cercando di rimanere il più vicino possibile all’aspetto scientifico.

Zoe, I guardiani della Terra è un fumetto che mescola magia e scienza al servizio di una grande avventura. Quali sono state le vostre ispirazioni per creare una storia a fumetti entusiasmante e allo stesso tempo con un messaggio forte e chiaro?

M: Le ispirazioni sono le grandi storie d’avventura che ci hanno regalato i maestri della letteratura e del cinema: L’isola del tesoro di Stevenson, Viaggio al centro della Terra di Verne, Indiana Jones di Spielberg e il suo magnifico Tin Tin tratto dai fumetti di Hergé e anche un po’ di Jumanji. Per il messaggio ho solo dato voce all’emergenza climatica che grida ogni giorno in ogni parte del mondo. 

A: Dal punto di vista stilistico, la scuola Disney ha avuto un impatto notevole. Nelle primissime fasi del progetto stavo studiando il segno grafico prendendo spunto dalle avventure di Topolino e Paperino e questo mi ha permesso poi di trovare una linea definitiva per la caratterizzazione dei protagonisti del racconto. Inoltre nella rappresentazione delle scene cerco di restituire al lettore delle atmosfere che possiamo ritrovare nell’animazione soprattutto in quella tradizionale.   Il tutto mi ha permesso poi di veicolare il messaggio di emergenza climatica che stiamo vivendo. 

I genitori di Zoe, seppur su fronti diversi, sono impegnati con il loro lavoro al servizio della collettività. Quanto è importante per Zoe l’esempio della sua famiglia nel decidere che valesse la pena rischiare anche la propria incolumità per un bene collettivo?

M: La famiglia di Zoe è sicuramente un esempio per lei, ma è anche la culla dei conflitti e delle incomprensioni. Come tutte le famiglie. Alla fine siamo noi e solo noi a dover prendere decisioni, giuste o sbagliate che siano. Ed è questo che fa Zoe. Quello che sicuramente la spinge è anche il mistero legato allo scrigno che si tramanda di generazione in generazione nella sua famiglia…

A: Mi accodo al pensiero di Marco. La posizione di conflitto nei confronti dei genitori è il carburante che spinge Zoe ad affrontare le difficoltà con le proprie forze.

L’avventura che i tre protagonisti vivono sembra pescare a piene mani dall’esperienza videoludica, con prove da superare, mostri da abbattere e abilità da mettere in campo. Tutto questo senza dimenticare una dinamica interattiva che mette ad un certo punto chi legge al centro della narrazione. Quali sono state le motivazioni che hanno contribuito a questa scelta di scrittura?

M: Come narratore sono fortemente convinto che, oggi più che mai, i libri per bambini e ragazzi debbano avere un altissimo tasso di coinvolgimento. L’idea di considerare questo fumetto un libro da tenere in mano proprio come si fa con un joypad è la conseguenza di questa mia convinzione. La letteratura per bambini e ragazzi deve dialogare con loro, divertirsi con loro e fargli fare esperienze indimenticabili. Non dico che con questo fumetto abbiamo fatto tutto questo, ma il nostro approccio è stato esattamente questo. E poi il fatto che mi piace giocare a Mario Kart.

A: L’esperienza videoludica ha avuto un enorme ruolo all’interno di questa graphic novel anche dal punto di vista visivo. Le ore passate giocando a The Legend of Zelda, Crash Bandicoot, Super Mario e molti altri platform si sono rivelate molto utili come bagaglio visivo per la regia del nostro fumetto.

Zoe non solo vive un’avventura epica, sperimenta anche il significato dell’amicizia e della fiducia in chi le è a fianco: un forte messaggio anti individualista! E’ venuto naturale affiancare alla protagonista dei comprimari così significativi oppure avete dovuto lavorarci molto?

M: Sì ci abbiamo lavorato e durante la lavorazione i caratteri dei due amici sono mutati; questo tempo di ‘maturazione’ è stato necessario per trovare quell’equilibrio tra le loro sintonie e allo stesso tempo i loro conflitti.

A: Di base c’era già un’idea da parte di Marco…è stato poi molto interessante lavorare alle trasformazioni che il nostro “cast” ha subito ed è per questo che ci è sembrata una bella idea poter raccogliere tutte le fasi del cambiamento alla fine del nostro racconto.

Nelle pagine finali del libro sono raccolti gli schizzi che hanno guidato la definizione grafica dei personaggi. Come avete lavorato per arrivare al character design definitivo?

M: Non accontentandoci dei primi risultati. In questo, Alessandro ha fatto un lavoro sullo stile che ho trovato super efficace.

A: La ricerca del character design è stata molto impegnativa e ha richiesto diverse versioni dei protagonisti, prima di arrivare ad una soluzione ottimale. Inizialmente abbiamo cercato di capire quale fosse la combinazione caratteriale migliore da gestire tra i personaggi. Sono state fatte anche diverse prove dal punto di vista stilistico. C’era bisogno di una sintesi grafica che potesse racchiudere al meglio il carattere dei tre personaggi e il mondo che li circonda. Da una prima versione più “spigolosa”, quasi adolescente di Zoe si arrivati ad una protagonista più dolce, coraggiosa e con linee più morbide e dinamiche.

C’è un aspetto di questo fumetto di cui andate particolarmente fieri?

M: Per quanto mi riguarda, il fatto di aver creato una storia in continuo movimento. Volevo una storia che non si fermasse mai, che desse l’idea di correre e agitarsi tra le pagine come se fosse una cosa viva. Credo che Alessandro ed io ci siamo riusciti, e spero che tutti i lettori e le lettrici godano di questo aspetto.

A: Ogni volta in cui mi trovo ad affrontare una nuova graphic novel, ho uno stimolo per sperimentare nuovi stili di disegno. Posso dire senza dubbio che Zoe mi ha permesso di crescere notevolmente dal punto di vista tecnico e stilistico. La ricerca fatta sui personaggi e sulle tecniche di narrazione sperimentate mi ha permesso di fare quel click che ogni fumettista ricerca mentre lavora alle proprie storie e anche io spero come Marco che i lettori possano notarlo.

Zoe. I Guardiani della Terra - cover

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