Open day scuole di fumetto: tutti i consigli e segreti dalle migliori scuole di fumetti per i futuri fumettisti. L’intervista a Fabrizio Verrocchi, Coordinatore del corso di laurea di Graphic design RUFA  di Roma, indirizzo Comics and Illustration

Intervista a Fabrizio Verrocchi

 

Perché iscriversi a una scuola come la sua?

Si tratta di un’Accademia delle Belle Arti riconosciuta dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) e questo triennio nasce per intercettare una tendenza che caratterizza già il presente e che sarà ancor più importante in futuro, ossia l’esigenza di una formazione teorico-pratica che vada ben al di là delle materie di indirizzo (il Fumetto e l’Illustrazione) e possa formare figure in grado di avere piena consapevolezza della filiera produttiva e dei mezzi espressivi a propria disposizione.

 

Quali sono le caratteristiche che distinguono la vostra offerta didattica?

In parte credo di aver risposto sopra. Aggiungo che i docenti di indirizzo sono tutti professionisti che operano nei rispettivi settori e che l’aspetto didattico che più caratterizza questo percorso è la presenza del Graphic Design come “impronta” principale, che accompagna gli studenti fino al termine del triennio. Questo perché riteniamo sia impossibile studiare Fumetto o Illustrazione, oggi, senza un solido background nella progettazione grafica.

 

Come vengono messi in contatti gli studenti con il mondo lavorativo?

Un primo canale è offerto dai tirocini, un monte ore (obbligatorio) che studenti e studentesse trascorrono all’interno di realtà convenzionate con l’Accademia (case editrici, studi grafici, eventi di settore). Durante gli anni inoltre vengono proposte delle vere e proprie committenze: le classi, guidate dai docenti, possono mettersi alla prova su progetti commissionati da aziende partner di RUFA. Queste esperienze si fondono con la didattica quotidiana e le consegne per il ‘cliente’ diventano a tutti gli effetti parte del corso.

 

Quanto è importante il portfolio e come deve essere preparato?

Per chi lavora nella comunicazione visiva a qualsiasi livello, la presentazione del proprio portfolio è un momento determinante. In questo gli studenti sono seguiti passo passo dai docenti e dal tutor, egli stesso un docente con un ruolo di ‘mentorship’, che lo porta a seguire i progetti degli studenti su più fronti. 

 

Quale consiglio assolutamente daresti agli studenti?

Direi quello di non cadere nell’errore dell’iper-specializzazione. La comunicazione visiva è fatta di “ibridi”, in costante contaminazione tra loro. Il valore aggiunto è la competenza trasversale. Il Fumetto e l’Illustrazione sono linguaggi, mezzi espressivi. Possono essere utilizzati ovunque e in modi diversissimi tra loro. Pensiamo al cinema, al gaming, alla moda, alla data-visualization, al social media marketing, etc. ambiti professionali diversissimi, tutti accomunati dal racconto attraverso le immagini. Credo sia importante approfittare del momento della formazione per esplorare più territori possibile e chiedersi dove ci si trova maggiormente a proprio agio. Dopotutto la formazione non è solo conoscere, è conoscersi.

 

Cosa gli diresti invece di evitare?

Anche qui credo di aver risposto sopra 😉

 

Quanto è importante condividere la propria arte, promuoversi e farsi un nome sui social, senza paura di mettersi in gioco?

Anche questo è un aspetto che ci preme portare nelle classi parlando di Personal Branding, comunicazione social, advertising e promozione in genere. Da un lato ci si sta formando alla ricerca di una propria “voce” (non oso dire uno “stile”), dall’altro si impara a raccontarsi, a promuoversi. Le due cose sono collegate ma si cerca di non invertire i pesi. L’altra faccia della medaglia, se pensiamo all’immediatezza dei social, è la tentazione di cadere in un mero discorso di performance: quanti follower, quante views. Ma prima devo chiedermi cosa sto raccontando, per chi. Se ho urgenza di comunicare qualcosa o se voglio mettere la mia abilità al servizio di un progetto in particolare.

 

Gli artisti diplomati sono seguiti anche dopo la fine del corso?

Quest’anno avremo le prime tesi di laurea. Mi auguro di sentir presto parlare di loro, in qualsiasi campo! Un triennio come quello di Graphic Design a indirizzo Fumetto e Illustrazione inoltre, è in collegamento diretto con un biennio specialistico in Computer Animation & Visual Arts, per chi vuole proseguire negli studi con un corso di II livello.

 

Com’è cambiato l’insegnamento con la pandemia?

Nei primi giorni del lockdown, a marzo, RUFA si è subito attivata per garantire i corsi da remoto, che sono andati avanti fino alla fine dell’anno accademico. Attualmente si segue la didattica ‘blended’, ovvero alternando gruppi in presenza e a distanza. Le dinamiche dell’insegnamento sono certamente cambiate, tuttavia sono stato piacevolmente sorpreso da docenti che mi dicono di aver trovato nelle lezioni a distanza dei vantaggi, come ad esempio il fatto di trasformare le revisioni dei lavori in un momento condiviso, non più rivolto al singolo studente bensì a tutta la classe. CI auguriamo di tornare al più presto alla normalità ma sono sicuro che potremo fare tesoro di questa esperienza, sicuramente una sfida in termini di capacità di adattamento.