Dal classico senza tempo di Jules Verne, il graphic de “Il giro del mondo in 80 giorni”

“Ma io sono molto serio. Anzi, ho ventimila sterline depositate alla Baring brothers & co. che sono volentieri disposto a rischiare. Sono pronto a scommettere che farò il giro del mondo in ottanta giorni, vale a dire millenovecentoventi ore, o ancora centoquindicimiladuecento minuti.”

Phileas Fogg – Il giro del mondo in 80 giorni

Che cosa succede quando un baldo, ricco signore inglese decide di scommettere ventimila sterline sull’essere in grado di fare il giro del mondo in soli 80 giorni? E se decide di lanciarsi all’avventura insieme a un imbranato quanto mai audace attendente di nome Passepartout? Bè, la risposta è semplice: questi sono gli ingredienti base per l’inizio di un lungo viaggio, fatto di peripezie, pericoli, grandi e piccole scoperte, un’avventura senza fine come senza tempo è il romanzo di Jules Verne, ora tradotto in graphic novel, dalle sapienti menti di Loïc Dauviller e Aude Solheilac.

Un classico della letteratura tramutato in fumetto

Il graphic de Il giro del mondo in 80 giorni si apre esattamente come il romanzo. Tutto parte da una scommessa, di certo audace così come lo è il personaggio di Phileas Fogg. Senza peli sulla lingua, baldanzoso, precisissimo e puntiglioso, Fogg, dopo aver ascoltato i colleghi discutere su un articolo del «Daily Telegraph» in cui si afferma che, grazie a una nuova ferrovia in India, sarebbe possibile fare il giro del mondo in soli ottanta giorni, decide di scommettere ben ventimila sterline che lui stesso, riuscirà a compiere l’impresa, partendo quella sera stessa e facendo ritorno entro la sera del 21 dicembre.

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Fogg scommette ventimila sterline

Inizia così il lungo viaggio di Fogg, insieme al giovane Passepartout, fedele attendente appena entrato in servizio, intorno al mondo. I nostri protagonisti viaggiano quindi da Londra a Suez in sette giorni; da Suez a Bombay in tredici giorni; da Bombay a Calcutta in tre giorni; da Calcutta a Hong Kong in tredici giorni; da Hong Kong a Shangai e Yokohama in sei giorni; da Yokohama a San Francisco in ventidue giorni; da San Francisco a Omaha – Chicago – New York in sette giorni, per poi tornare a Londra in nove giorni.

Insieme a loro scopriamo luoghi esotici e lontani dalla vecchia Europa, facciamo la conoscenza di personaggi che cercano di ostacolarli, come il detective di Scotland Yard Fix il quale scambia Fogg, in visita nella città di Suez, per uno degli autori della rapina alla Banca d’Inghilterra. Fix si mette così alle sue calcagna, facendo la conoscenza di Passepartout a cui cerca di estorcere informazioni sulla natura del viaggio di Fogg.

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Passepartout affronta Fix

Oppure personaggi che cercano di aiutarli, come la giovane indiana, Auda, la quale, dopo essere stata salvata da  Passepartout, decide di restare con loro, finendo poi per innamorarsi di Fogg.

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La signorina Auda

Non mancano di certo scene esilaranti e comiche, grazie all’imprevidibilità di Passepartout il quale, già in India, inizia a combinare guai, profanando involontariamente un tempio induista entrandovi senza togliersi le scarpe.

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Passepartout entra nel tempio senza togliersi le scarpe

Loïc Dauviller e Aude Solheilac sono stati in grado di dare una nuova forma a un classico della letteratura inglese, una storia complessa e movimentata, riuscendo a ricrearne le atmosfere e i personaggi, attraverso disegni che non smettono di stupire e di farci divertire.

Gli autori

Aude Soleilhac vive e lavora ad Angouleme, in Francia. Tra i suoi lavori Le tour du monde en 80 jours con Loïc Dauvillier (Delcourt, 2010) e Guerre des Boutons (Delcourt, 2011).

Loïc Dauvillier è uno sceneggiatore francese. Scrittore, editor (edizioni Charrette) e scenografo, inizia a fare fumetti nel 2004 con i primi tre volumi della serie per bambini La Petite famille (Tournon Carabas). Da allora, esplora tutte le possibilità offerte dal linguaggio del fumetto, tra storie intimiste e adattamenti letterari come il classico di Verne Le tour du monde en 80 jours, con i disegni di Aude Soleilhac (Delcourt, 2010), e l’ Oliver Twist di Dickens (Delcourt, 2010).

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